Ai Solteri una curva troppo pericolosa

La lettera al direttore

Ai Solteri una curva troppo pericolosa

Caro Direttore, non le svelerò il nome dell’inquisito, vorrei che lo scoprisse Lei leggendo la mia lettera: c’è una strada, in particolare una curva diabolica, nel rione dei Solteri che ha dato lavoro e guadagno ai carrozzieri più di qualsiasi altra disgrazia stradale. Ma se i carrozzieri ridono e gli automobilisti piangono, non stanno meglio le finanze del Comune che da quando quella strada e quella famigerata curva è nata, per ogni danno subito (calcolo dei tecnici, 200 euro per ogni intervento) hanno fatto spendere al Comune di Trento una somma considerevole senza che modifiche e alternative vengano prese in considerazione.
Negli intenti del progetto che riqualificava il quartiere di Solteri e Centochiavi, quella curva avrebbe dovuto avere tempi brevi: doveva essere raddrizzata e diventare la strada che si collegava a via Marconi a completare il discusso, e ancora in via di definitiva chiarezza progetto di riconversione dell’ex Atesina che è stato più volte visto, rivisto e sollecitato dagli abitanti come un progetto che dia un centro, un’anima e vita al quartiere dei Solteri.
Ormai a questo punto avrà capito di che parlo. Continuo: quella maledetta curva per l’automobilista che procede da sud verso nord, lasciando alle spalle il monumento alle vittime di Nassyria, con la strada bagnata e a una velocità superiore ai 30 orari, se nel momento di curvare frena l’automobile non può che scivolare e andare a sbattere contro la ringhiera.
Non ho il numero esatto di quanti siano stati gli interventi di lavoro in quella curva per ripristinare il danno, ma non ritengo di esagerare, che dall’apertura di quella strada, siano almeno una cinquantina. Più volte ho sottolineato con lettere, parlandone all’ufficio reclami, parlandone con i consiglieri, che non basta dire: «vadano piano». Bisogna intervenire o con la segnaletica stradale o zigrinando l’asfalto, perché non è giusto che non si intervenga, anche sapendo che non sono solo i privati (inconsapevoli della pericolosità della curva) a rimetterci ma anche le finanze del Comune e dunque di tutti noi. Penso che sia chiaro di cosa parlo.

Antonio Marchi


 

Se una cosa non funziona, va sistemata

Non ci vedo inquisiti e misteri, ma se una cosa non funziona va sistemata. Può succedere a tutti di sbagliare (i calcoli, i progetti, le intuizioni, le previsioni), ma l’importante è non perseverare. Mi piace allora pensare che la pubblicazione di questa sua lettera, con tanto di foto e con la mia risposta, possa... strappare un intervento urgente di qualche tipo. Ai tecnici la risposta: non via lettera, ma con un’azione precisa.

a.faustini@ladige.it

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