Nulla dovrà più essere come prima

La lettera al giornale

Nulla dovrà più essere come era prima

Nell’ultimo numero dell’Espresso Massimo Cacciari scrive che dopo la pandemia «nulla dovrà più essere come prima». Usa il verbo dovere e ha pienamente ragione. Che nulla sarà come prima lo sappiamo tutti, che invece non dovrà essere più come prima presuppone una volontà, sia dei governi ma anche dei popoli. La quarantena forzata ci sta insegnando alcune cose. Prima di tutto che la cosa più importante è la salute, la vita. Ma ci voleva il coronavirus per capirlo? Credo proprio di sì, perché prima oramai eravamo avviati su una strada fatta di frenesia, di nevrosi; tutto doveva essere fatto in fretta, non si doveva perdere tempo.

Appunto: il “tempo”. Questa parolina che solo ora ci rendiamo conto di quanto sia importante, di quanto sia vitale, per tutti noi, ma vitale proprio nel senso etimologico della parola. Prima era tutto un “pil”, era tutto “mercati”, “economia”, crescita” e via di corsa. Quante volte, per strada, mentre andavo intorno ai 120/130 chilometri all’ora, già troppo, mi superavano sfrecciando a 180 tutti i tipi di furgoni. Certo, artigiani, piccoli imprenditori, aziende addette alle consegne, che dovevano rispettare i tempi, tempi che dovevano essere più stretti, tutto doveva essere veloce. Appunto i “tempi”.

Anche la politica oramai si faceva solo su twitter, facebook, ecc. Mai a fermarsi un momento a riflettere, pensare, ascoltare. No, no, tutto immediato, veloce, si parlava alla pancia, non al cervello. Ecco, d’ora in avanti, quando questa stramaledetta epidemia sarà finita, e speriamo tutti presto, tutto non sarà come prima, e non “dovrà” essere come prima.

Romano Cavini


 

Non saremo più gli stessi

Condivido l’uso che fa Cacciari del verbo dovere. Anch’io penso che non saremo più gli stessi, quando tutto questo finirà. E non smetto di dire che saremo comunque più soli, perché molti di noi non ci saranno. Venendo al tema del tempo, temo che qualcuno correrà di più proprio per recuperare i giorni, le settimane e i mesi che ritiene d’aver perso. Io, quello che un bel giorno finalmente inizierà, lo chiamerò il tempo ritrovato.

Un dono in ogni senso prezioso. Un raggio di sole dopo tutto questo buio.

lettere@ladige.it

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