Serve buonsenso anche nel dare le multe

Serve buonsenso anche nel dare le multe

Egregio direttore, nei giorni scorsi ho letto con tanta tristezza e anche con qualche lacrima, in questo periodo siamo tutti più sensibili e vulnerabili, la lettera della signora Monica Basso di Cavalese inerente al comportamento delle vigilesse di Cavalese. Cari signori sindaci e assessori, vogliamo smorzare questa “malattia di divisa” che hanno i vostri vigili? Sono la prima a riconoscere che la malattia che sta colpendo tante persone deve portarci ad essere prudenti, attenti e a non mollare: è vero che il buon senso non può essere codificato, ma suggerito sì.

Queste persone, che sono entrate nella parte in maniera eccessiva, dovrebbero essere in grado di discernere le varie situazioni e problematiche e soprattutto essere rispettosi delle persone.
Alle vigilesse che hanno fermato la signora Basso chiedo di farsi un esame di coscienza, tenendo conto della fortuna che hanno di poter lavorare con stipendio sicuro e garantito.

Gabriella Bortolotti - Predazzo


 

Certe cifre cambiano la vita

Non parlerei di malattia da divisa, perché la divisa in fondo impone a chi la porta determinati comportamenti. E anche perché tantissimi vigili sono molto attenti, molto garbati, anche molto sensibili e persino solidali. Però, indossare una divisa come quella, comporta anche determinate responsabilità. La prima delle quali deve essere la capacità di capire la situazione e, in un certo senso, il mondo: perché, faccio un esempio persino banale, commettere determinati reati in certi posti non è come commetterli in altri luoghi o in altre situazioni. Le rivelo poi una cosa. Quando ho letto quella lettera e altre storie analoghe che sono finite sul giornale ho detto una cosa semplice ai miei colleghi: una vigilessa o un vigile, secondo voi, quanto ci mettono per guadagnare i soldi che chiedono, a determinati “delinquenti” (ho usato proprio questa parola, ovviamente forzandola), comminando loro (o forse dovrei dire infliggendo loro) una determinata multa? Mezzo mese? Venti giorni? Sia chiaro: se si viola una norma, la multa è giusta.

Ma, divisa o non divisa, la prima cosa da “comminare” a chi sbaglia è il buonsenso. Lo so: è difficile. Com’è difficile essere giusti senza essere eccessivamente severi. Ma non stiamo parlando di una persona che col suo comportamento ha messo in pericolo altre persone. Stiamo parlando, se così posso dire, di un’ora d’aria. Ho scritto più volte che se avessimo cercato tutti un’ora d’aria saremmo usciti tutti di casa e forse molti di noi oggi sarebbero in ospedale, anzi: fuori dall’ospedale, perché non ci sarebbe nemmeno posto in corsia. Ma forse questa signora si poteva semplicemente rimproverare - anche duramente - invitandola ad andare subito a casa, possibilmente senza commettere altri “reati” analoghi. Ma quella multa e soprattutto quella cifra, in quella situazione, mi sono parse davvero eccessive.

Faccio dunque mie le sue parole, invitando a mia volta i sindaci non a chiudere un occhio - perché la legge va fatta rispettare - ma a cercare di mediare, di smussare gli angoli, di far riflettere le persone. Lo so: noi italiani cerchiamo sempre una scusa e pensiamo che le multe siano sempre ingiuste, ma certe cifre, a tante persone - vigilesse e vigili inclusi - cambiano la vita, non solo una giornata.

lettere@ladige.it

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