Lasciamo volare i nostri figli in libertà

La lettera al giornale

Lasciamo volare i nostri figli in libertà

In questo periodo trascorso in casa, figli e genitori hanno condiviso spazi fisici e temporali come non era mai successo. Si è assistito alla loro crescita, ascoltato il loro comportamento virtuale in aula, il modo di relazionarsi con i compagni di classe, seppur a distanza. La Natura ci ha reso partecipi in questi mesi di un seme che si trasforma, che si evolve, bisognoso di un mentore che nel tragitto valorizzi l'innato talento. Ricordiamoci di quando abbiamo avuto la loro età, della sete di libertà, di onnipotenza, dell'assurdo modo di vestirci, della musica improbabile che ascoltavamo.

Ai figli abbiamo insegnato quello che sapevamo, ora loro ci ricordano quello che abbiamo dimenticato; abbiamo donato radici, ora necessitano di un paio d'ali. La presenza di un "Eccomi" con l'esortazione di un "Vai", in un diapason che scandisce la loro maturità. Non servono solo consigli, indicazioni, ma esempi che coloreranno l'animo dei ragazzi. Cerchiamo di agevolare una crescita sana, virtuosa, foriera di speranze e di manifestazione del proprio essere, sempre nel rispetto delle regole sociali, della sensibilità del prossimo.

Non commettiamo l'errore, non più rimediabile, di essere dei manager, dei gestori della loro vita, ma sforziamoci di essere abili consulenti, attenti e silenti, spettatori sul palcoscenico delle loro esigenze. Perché la vita è come essere a teatro: si svolge in diretta e il miglior cameraman è il genitore che riprende ed esalta il profilo migliore dell'attore. La persona che ti aspetta in platea, a luci spente, quando cessano gli applausi, sulla cui anima non cala mai il sipario. La voce che da bambino ti suggeriva le battute e ora ti concede la ribalta. Per entrare in scena e interpretare la tua esistenza… a braccio.

Luigi Manuppelli


Speriamo di aver tutti imparato qualcosa di nuovo

Sono stati davvero mesi incredibili. Straordinari in ogni senso. Il confine fra l'"eccomi" - che è quasi sempre un "eccoci", perché riguarda l'intera famiglia, che ha vissuto momenti unici di condivisione - e il "vai" s'è fatto però molto labile. Perché in situazioni come queste è facile che s'allarghi la nostra ala, quella con cui proteggiamo chi ci sta accanto, e che diventi più piccola l'ala di chi invece proteggiamo, di chi invece deve volare da solo, sbucciandosi le ginocchia sul sentiero della vita, crescendo - com'è giusto che sia - anche lontano da noi.

Anzi: anche senza di noi. Ci sono "cameraman", per usare la sua metafora, che faticheranno a fare un passo indietro alla fine delle "riprese".

Ma non tutto deve essere filmato, saputo o capito quando si ha a che fare con una sete di libertà che non può che essere individuale. La pandemia ci ha cambiati. Come figli, genitori, mogli, mariti, fratelli, sorelle... Speriamo di aver tutti imparato qualcosa di nuovo, anche sul valore di ogni singola libertà, di ogni autonomia, di ogni pensiero diverso dal nostro.

lettere@ladige.it

]]>

comments powered by Disqus