La vicenda Kaswalder mi ha fatto indignare

La lettera al giornale

La vicenda Kaswalder mi ha fatto indignare

Egregio direttore, mi permetto chiederLe alcuni chiarimenti in merito ad alcuni avvenimenti di questi giorni che trovo del tutto incredibili, per chi predica gli interessi della gente e poi si fa solo i propri. Se non erro, il presidente del Consiglio provinciale è stato condannato per aver compiuto un reato in materia di lavoro. So che il nostro sistema prevede tre gradi di giudizio e che nessuno è colpevole fino alla sentenza definitiva, ma non riesco a dimenticare come molti, in campagna elettorale e nelle occasioni di circostanza, si riempiono la bocca di parole, come “onestà”, “responsabilità”, “correttezza”, “istituzioni” e via dicendo, dichiarando che il loro impegno, una volta eletti, andrà di sicuro in quelle direzioni, o no? Poi però osservo come, alla prima occasione concreta, le chiacchere rimangono chiacchere e i costi delle liti di qualche esponente politico ricadono sempre e solo sulle nostre spalle.
Affermare valori importanti e poi disattenderli puntualmente, rimanendo sulla poltrona nonostante il “buon senso”, la “responsabilità” e la “dignità” chiedano ben altro gesto, a me sembra ridicolo ed offensivo dell’intelligenza delle persone comuni; soprattutto in un momento come questo dove il peso di certe decisioni viene a gravare per centinaia di migliaia di euro sulle tasche dei contribuenti, dentro una vicenda che non interessa la comunità, ma solo i suoi protagonisti. Magari quelle migliaia di euro si potrebbero destinare ad interventi che realmente aiutino la Regione ad uscire dalla crisi di questi ultimi mesi, piuttosto che alla tutela degli interessi privati. Cosa ne pensa, Direttore?
Non so se questi atteggiamenti difendano o meno l’autonomia del Trentino, so solo che dimostrano come il “nuovo” possa essere anche peggio del “vecchio” quando si tratta di salvare poltrone, privilegi ed interessi singoli a scapito di quelli collettivi. Questa vicenda, come molte altre, indigna i cittadini e li allontana ancor più dalla politica, o sbaglio?


Claudia Furlani - Trento


 

Un cortocircuito che indevolisce istituzioni e partiti

Non sbaglia. Qui, al di là degli aspetti che competono alla magistratura e alla stessa politica - che è chiamata ad un’attività di controllo e, oserei dire, di pungolo - c’è una questione che colpisce ancor di più: non colpisce che un uomo che ha a lungo militato nel partito autonomista come il presidente Kaswalder assuma nella sua segreteria (per chiamata diretta, come prevede la legge) Walter Pruner, figlio di uno degli storici fondatori del partito autonomista. Stupisce che si sorprenda all’improvviso della sua fondamentale appartenenza politica. È vero: siamo di fronte ad un incarico fiduciario e la fiducia può venire meno, ma ci sono gesti - ripeto, ben al di là di ciò di cui si sta occupando la legge - che hanno una potenza simbolica devastante. La cosa colpisce ancor di più perché siamo di fronte a un uomo delle istituzioni, che dovrebbe dimostrare ogni giorno di essere al di sopra delle parti. Non tutti nascono uomini e donne delle istituzioni, ma è fondamentale che, una volta assunto l’incarico, diventino tali. Diversamente, ci si trova di fronte a un cortocircuito che indebolisce non solo le istituzioni, ma anche i partiti. Come vede, la questione va ben al di là del rapporto di lavoro fra il presidente Kaswalder e il suo ex segretario Pruner. E in fondo è proprio di questo che si stanno occupando le opposizioni.

lettere@ladige.it

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