Non sottovalutate il coronavirus

La lettera al Direttore

Non sottovalutate il coronavirus

Caro Alberto, non voglio unirmi ai profeti di sventura che, ricordando la famosa “Spagnola” del secolo scorso, minacciano una violenta ripresa delle infezioni da Coronavirus in autunno dopo una pausa estiva. Tuttavia non è neppure possibile assistere ad un generale rilassamento sia normativo, sia spontaneo, delle regole di protezione che hanno faticosamente portato ad un accettabile calo dei contagi e dei decessi. L’ansia, comprensibile, della ripresa economica, in particolare delle attività turistiche, non deve e non può spingere al “liberi tutti” ad ogni costo. Se teniamo conto di ciò che sta accadendo sia in alcune zone d’Italia, sia in altre parti del mondo (Usa e Brasile ad esempio) credo che dovremmo forse rinunciare a qualche profitto a favore della sicurezza e della salute di tutti noi. In altri termini andrei piano con le “aperture” affrettate perché si rischia grosso.
Se potessi dire la mia opinione da cittadino e da medico consiglierei a tutti la massima prudenza, almeno fino all’arrivo dei vaccini, che potrebbero arrivare in settembre o poco dopo. Inoltre, con buona pace dei no vax, renderei obbligatorio il vaccino a tutti coloro che non abbiano un buon titolo di anticorpi da “guariti dal Covid-19”. Sperando che i vaccini possano conferirci una buona protezione. Tra l’altro il rischio di epidemia influenzale associata alla ripresa della pandemia Sars 2 comporta elevati rischi per la vita. Soprattutto per gli anziani e le persone “fragili”. La vaccinazione antinfluenzale non favorisce il coronavirus come dicono alcuni ignoranti allarmisti ed è altamente consigliata a tutto insieme a quella per il Covid-19.

Roberto Quaini

Mi piace darti del tu

Caro Roberto, mi piace che un medico come te sia diventato un affezionato ospite di questa rubrica: le tue lettere aiutano sempre ad aprire gli occhi. Non solo su questo virus che rischiamo ancora una volta di sottovalutare, anche su molte altre cose di questo mondo. E aggiungo anche che mi piace anche che sempre più spesso, in questa rubrica, si passi dal lei al tu. Cosa può chiedere, un direttore, più dell’amicizia e della fiducia dei “suoi” lettori?

lettere@ladige.it

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