Orsi, più che educazione a noi servono informazioni

La lettera al giornale

Orsi, più che educazione a noi servono informazioni

Gentile direttore,
leggo e sento, in relazione agli orsi ma non solo, che è necessario educare le persone. Posso essere d’accordo, ma mi sembra che se l’educazione è necessaria nelle persone in formazione, i cittadini adulti abbiano prima di ogni cosa bisogno di informazione. Informazione corretta e completa per poter decidere e orientare i propri comportamenti.
Ad esempio: gli orsi in Trentino sono 60, 100, 160? Cifre che ho sentito più volte, di volta in volta. Sono monitorati? Ma come? Hanno tutti il radiocollare? Quanti esattamente lo hanno? Quali sono le zone più a rischio di incontrare un plantigrado?
Ancora: quali erano gli obiettivi che il progetto europeo Life Ursus si proponeva? Sono stati raggiunti? La realtà ha preso il sopravvento e sono stati superati? È vero che l’orsa che ha aggredito le due persone era stata anche in Germania?
Ancora: la Provincia ha una linea precisa di comportamento che segue? E quale è e come pensa di informarne i cittadini?
Parlo per me, ma credo che noi cittadini non vogliamo essere “rassicurati”, forse neppure educati. Vorremmo prima di tutto essere correttamente informati.

Mauro Avi - Trento


 

Ma c'è chi fa l'opposto rispetto a ciò che si consiglia

La Provincia ha sempre cercato di informare i cittadini e lo stesso hanno fatto gli organi di informazione, ma nessuno può impedire alle persone - come accade ad esempio in questo periodo - di fare l’opposto rispetto a ciò che si consiglia o si dice: sono infatti tantissime le persone che cercano di vedere l’orso, di fotografare o filmare l’orso. E nessuna formazione o informazione impedirà loro di comportarsi così, purtroppo. Sui numeri le cifre ballano un po’: non tutti gli orsi hanno ovviamente un radiocollare, anche perché in molti casi si tratta di cuccioli e il radiocollare, crescendo il loro collo, si distruggerebbe o darebbe comunque problemi al plantigrado. Sono comunque tutti ben monitorati e stanno solo in alcune zone ben definite. Lo spostamento in altre zone c’è stato solo nel periodo in cui non giravano le macchine, ma in un caso l’esemplare che ha sconfinato è tenuto costantemente sotto controllo e nell’altro è stato, come noto, arrestato: perché si trattava di M49. A proposito di arresto, ne approfitto per chiedere scusa all’assessora Giulia Zanotelli perché le abbiamo a suo tempo attribuito una frase sugli otto ettari del Casteller (in realtà è meno di un ettaro) a disposizione appunto di M49. Ebbene, l’assessora non ha mai parlato di otto ettari (ma di 0,8 ettari) e dunque è uscita una notizia sbagliata di cui ci prendiamo tutta la responsabilità. Gli obiettivi del progetto europeo sono stati spiegati più volte (ricostruire l’ecosistema di un tempo, prima di tutto) in più opuscoli, pubblicazioni, spazi sul web e convegni. E noi stessi abbiamo fatto un sacco di articoli per spiegare tutto. Ci torneremo, ma serve anche la collaborazione di chi vuol sentirsi rassicurare e di chi, purtroppo, tende a non leggere e a non informarsi.

lettere@ladige.it

comments powered by Disqus