La biblioteca universitaria va aperta a tutti

Lettera al giornale

La biblioteca universitaria va aperta a tutti

Gentile direttore,
sono uno studente nell’università di Bologna e residente a Trento.
Le scrivo in merito alla riapertura della Biblioteca Universitaria Centrale (BUC) ed alle restrizioni che ne sono conseguite. Trovo profondamente scorretta la riapertura limitata agli studenti dell’università di Trento.
La biblioteca è per definizione un luogo pubblico. La biblioteca è quel luogo dove un libro, normalmente destinato ad un uso individuale, diventa bene comune, di libero accesso.
Qui sta il paradosso di questa parziale apertura. Come può una biblioteca selezionare arbitrariamente chi può e chi non può entrarvi?

Alessandro Callin Tambosi


 

La priorità va data alla sicurezza

Da una parte le do ragione su tutta la linea: una biblioteca universitaria deve essere un luogo aperto e disponibile a tutti. Sempre. Dall’altra capisco anche che, in un momento come questo - straordinario per ovvie ragioni - sia necessario stabilire dei criteri, mettendo la sicurezza al centro di ogni ragionamento e di ogni decisione legata all’organizzazione della biblioteca.
Spero che tutto questo finisca presto e che si torni in ogni settore alla normalità, ma forse stiamo accelerando troppo, senza capire che l’emergenza non è affatto finita e che non siamo entrati nella fase tre, se non forse per impazienza di molti di noi. A Bologna le biblioteche universitarie in questo periodo sono aperte a tutti? E in altre città? Immagino che altri atenei abbiano seguito criteri simili, dando precedenza - non potendo accogliere tutti gli studenti - ai propri iscritti.
Le aperture parziali sono tantissime, in queste periodo. E a volte la logica che le governa può sembrare illogica, ma altro non è - ripeto - che il tentativo di trovare un compromesso fra tutela della salute e ritorno alla vita di sempre.

lettere@ladige.it

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