I diritti dei lavoratori non vanno più di moda?

Lettera al giornale

I diritti dei lavoratori non vanno più di moda?

Gentilissimo Direttore, le scrivo per farle una semplice domanda: cosa accade oggi negli alberghi e nei ristoranti italiani? Qualcuno ha deciso che in quei luoghi i diritti dei lavoratori siano aboliti? Parliamo tanto del terribile fenomeno del caporalato nel Sud, ma forse sarebbe bene che guardassimo cosa accade nel Nord. Mio figlio e i suoi amici dicono che la legge lo consente e questo mi lascia senza parole. Non ci sono più orari, non ci sono più mansioni predefinite, non ci son più festività, non si pagano gli straordinari, le ore di lavoro notturne o festive sono pagate come quelle normali... Potrei aggiungere anche l’arroganza con cui vengono applicate queste regole della nuova civiltà voluta dai banchieri, ma credo che basti, per inorridire, quello che prescrivono le leggi vigenti. E a questi imprenditori vogliamo anche regalare dei soldi? Che belli i tempi in cui c’erano dei sindacalisti che difendevano i diritti dei lavoratori.

Angelo Casamassima Annovi


 

Un po' capisco i datori di lavoro

Non conoscendo il caso specifico e non amando le generalizzazioni - com’è noto ai frequentatori di questa pagina - fatico a risponderle. Posso dirle però che immagino che molti stiano cercando di recuperare disperatamente ciò che hanno perso nei mesi precedenti. Di qui qualche nervosismo e qualche forzatura rispetto alle regole. Non giustifico certo alcuni atteggiamenti dei titolari di determinate attività, ma un po’ capisco, vista la situazione imprevedibile e straordinaria e considerato che in certe stagioni rispettare (e far rispettare) orari e carichi di lavoro è difficile per tutti.

lettere@ladige.it

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