Con i vecchi banchi, distanze e risparmi

Lettera al giornale

Con i vecchi banchi, distanze e risparmi

Caro direttore,
in questi giorni tutti i notiziari - giornali, televisione e radio - danno giusto spazio alla ripartenza della scuola. E gran parte di questo spazio è dedicato ai nuovi banchi, alla sostituzione di quelli doppi con quelli singoli.
Ieri mattina in un Giornale radio della Rai, ampio spazio all’intervista al rappresentante dei produttori di mobili impegnati a fornire le scuole: si è detto felice per gli inaspettati introiti del settore ma preoccupato per le consegne di gran parte delle forniture, che si trascineranno almeno fino a Natale. Bene investire nella scuola, ma perché nei banchi? Qualcuno può spiegarci perché delle scrivanie biposto devono essere sostituite con quelle singole?
Se il numero degli alunni per classe viene dimezzato o quasi, è sufficiente che ogni studente occupi un solo posto dei banchi doppi. Lo spazio occupato dal posto vuoto è esattamente quello che ora verrà occupato dal vuoto necessario a mantenere la distanza di sicurezza fra gli studenti.
Oltretutto si pone un problema di stoccaggio e persino di smaltimento di montagne di banchi inutilizzati. Ad aumentare le mie perplessità, le immagini delle altre scuole europee: la rivista Internazionale pubblica foto di classi tedesche e francesi in cui ogni alunno occupa un solo posto in un banco doppio.
Possibile che questa volta gli italiani debbano mostrarsi i primi della classe nella materia sbagliata, finendo per scialacquare decine di milioni di euro con i quali si potrebbero invece aggiornare gli strumenti didattici e finalmente aumentare gli stipendi di una classe docente alla quale viene richiesto sempre di più?

Fabio Zamboni


 

Non ho mai visto così tanta cofusione

Come noto gli italiani non amano le soluzioni semplici. Dove c’è lo spazio necessario e dove le classi vengono effettivamente dimezzate (parlo della presenza di alunni non del... “taglio” del banco) avrebbe senso applicare la “soluzione Zamboni” senza perdere tempo e soldi. Come hanno effettivamente fatto altri Paesi. Mi par di capire che in molti istituti abbiano cercato però di mettere lo stesso numero di alunni nelle aule e che per garantire le distanze fra un ragazzo e l’altro i banchi vecchi sarebbero stati troppo ingombranti. Di qui i banchi nuovi (a rotelle per ragioni ancora difficili da capire, considerato che già si parla dei medesimi come di fantastici “autoscontro”). In tutti i casi, non ho mai visto così tanta confusione e così tante indicazioni opposte fra loro. Per fortuna il mondo della scuola è fatto anche di (e da) persone di buona volontà (alcuni hanno segato i banchi riadattandoli) che fanno miracoli quotidiani a prescindere dalle decisioni dei politici. Infine, sottoscrivo: come sarebbe bello che si investisse sulle persone (docenti e discenti) prima che sui muri (in alcune zone peraltro da risistemare) e sui banchi. Ci sono ben altri modi per essere i primi della classe e non mi pare davvero che in questa stagione peraltro oggettivamente complicata dal ministero siano arrivate indicazioni e decisioni all’altezza dei “migliori” della scuola.

lettere@ladige.it

comments powered by Disqus