Ci sono troppi politici e pure troppi stipendi

Enti, assemblee, parlamenti: il numero dei politici e i loro stipendi al centro della lettera di oggi.

Ci sono troppi politici e pure troppi stipendi

Caro Alberto, te lo sussurro sottovoce nell’orecchio e poi lo negherò sempre, anche sotto tortura. La decisione di ricreare politicamente le Regioni (già previste nella costituzione del ’48 ma appunto mai attivate) a partire dal 1970, credo sia stata uno dei peggiori errori controproducenti che si potevano commettere nell’Italia democratica, conoscendo molto bene la nostra indole italica, e lo scopriamo in modo evidentissimo in questi ultimi litigiosi e arroganti mesi e anni di politica. Si è deciso di apparecchiare una tavola molto più grande di quella già esistente, per poter aumentare i commensali che hanno e continuano a mangiare lautamente e ingrossare la cosiddetta “casta” senza essere poi determinanti (a parte rare eccezioni) nella risoluzione dei numerosi e gravi problemi concreti nei vari territori interessati, magari aggravandoli pure.
Presidenti, vice, consiglieri vari, segretari, portaborse, aiuti degli aiuti, auto blu, autisti, imprenditori pronti a tutto pur di lavorare, corruzioni varie hanno di fatto appesantito la burocrazia e gli interessi di pochi, peggiorando ulteriormente (come se ce ne fosse stato bisogno oltre ai vari governi succeduti) appunto i micidiali ingranaggi burocratici che regolano la nostra vita quotidiana.
Oltre agli svariati partiti e partitini politici che proliferano senza sosta di anno in anno, esiste un partito che non sarà mai in lista e non sarà mai votato da nessuno, del tutto invisibile, ma che ad ogni elezione vincerà sempre, con qualsiasi colore del governo eletto, il partito dei burocrati, fatto però di persone in carne ed ossa. Come diceva Tomasi di Lampedusa, cambiare tutto per non cambiare niente, e in questo nessuno mai supererà l’Italia. Con la creazione delle regioni abbiamo di fatto aiutato la burocrazia e l’impossibilità ormai, da parte del governo centrale, di poter controllare i territori, imporre in casi gravi, come ora l’epidemia, le direttive e i comportamenti urgenti e “uguali” per tutti, senza arrivare ad una dittatura, già data grazie, (e che qualcuno comunque auspica) ma ogni regione deve andare sempre in ordine sparso.
I presidenti delle regioni ormai hanno come principale e unico scopo, non il governare i loro territori per i quali sono esageratamente pagati, ma considerare unico nemico il governo di Roma, e controbattere qualsiasi legge o decreto (adesso vanno molto di moda) che quest’ultimo decide per il bene (o il male?) di tutti. Lo vediamo appunto durante questa grave pandemia, dove soprattutto i governatori di “destra” contestano il governo, quello attuale di colore per loro avverso, contestando orari, chiusure possibili di esercizi pubblici, regole troppo restrittive, assembramenti, movide e ovviamente le famigerate mascherine. Insomma se uno dice bianco l’altro dice nero oppure viceversa, ma intanto siamo a quasi seimila contagi al giorno.
Bastavano gli ottomila e più sindaci, che hanno sempre governato da soli, per almeno un secolo, difeso e tutelato i loro comuni, sindaci molto meglio dei super manager regionali inesperti e solo politicanti (con scandali all’ordine del giorno, vedi Lombardia), conoscendo molto bene, loro, il territorio e in qualche caso anche il nome di tutti i loro cittadini. Ma come dice la canzone di Mina, parole, parole, parole…

Alberto Penazzi


 

Il tuo è un approccio sbagliato

Ti confesso che questa volta considero sbagliato il tuo approccio. Il decentramento, il federalismo, la delega, in alcuni casi hanno cambiato e migliorato il Paese. Non si può insomma semplificare: né in positivo, né in negativo. La nostra autonomia è un buon esempio di come un territorio possa fare bene i compiti (anche se qualche forzatura non fa storcere il naso solo a Roma), ma non mancano altre Regioni virtuose che, anche in questo drammatico periodo di pandemia, hanno dimostrato quanto sia importante essere - non solo in senso lato - sul territorio, governare situazioni fra loro molto diverse, intervenire in tempo reale.
Non mi diventerai mica sovranista all’improvviso? Scherzo, ma un giusto mix fra Stato e autonomie territoriali - certo anche con un ruolo importante per i singoli Comuni - può permettere al Paese di funzionare al meglio. Ci sono troppi amministratori? Il tema va posto, ma a mio avviso in modo diverso. Va pagato bene chi appunto amministra (presidenti e assessori), mentre mi sembra davvero molto alta - in alcuni casi addirittura altissima - la paga dei singoli consiglieri.
Ma il problema è di contenuti, non di contenitori. Ci sono Regioni che non hanno nemmeno esercitato fino in fondo i loro poteri e territori che hanno colmato lacune statali. Non punterei lo sguardo solo sulla questione della “casta” (dai, non può essere sempre considerato tutto casta), ma sul grande tema delle competenze e su come queste competenze vengono esercitate.

lettere@ladige.it

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