Dubbi sulle mascherine ma non sono negazionista

Genitori che non vogliono le mascherine in classe per i loro bambini: sciopero e palloncini, ma non vogliono farsi chiamare negazionisti.

Dubbi sulle mascherine ma non sono negazionista

Gentile Direttore, le scrivo in merito alla polemica sull’uso delle mascherine in aula anche in posizione statica. Faccio parte di quell’ampio gruppo di genitori che esprime le proprie perplessità e preoccupazioni riguardo alle conseguenze negative che potrebbe comportare un uso prolungato delle mascherine, anche otto ore di fila, salvo i 25/30 minuti della mensa.
Ebbene da qui all’essere definita negazionista non ci sto! Ho sempre rispettato e fatto rispettare ai miei figli le regole anti-Covid, ho sempre dato loro le mascherine chirurgiche certificate e non quelle fai-da-te, ho inculcato loro la necessità di lavarsi sempre bene le mani, ancora prima del Covid. Leggere ora tutti questi articoli e commenti dal taglio giudicante e dal tono sprezzante che si permettono di definire noi genitori, che ci siamo permessi di esprimere un dissenso dettato da preoccupazioni che riguardano la salute dei nostri nostri figli, negazionisti mi fa infuriare e non lo trovo corretto. Abbiamo tolto ai nostri bambini e ragazzi affetti, amicizie, sport, feste, socialità, adesso togliamo loro anche l’aria. La ringrazio per l’attenzione, fiduciosa che questa mia risposta trovi un angolino nel suo editoriale per correttezza e trasparenza di informazione.

Ilaria Fait

Io invito tutti al buonsenso

Pubblico molto volentieri la sua lettera e non mi permetterei mai di definirla negazionista. Io sono il primo ad invitare tutti al buonsenso, ma non le sarà sfuggito che alcuni - con approccio molto diverso dal suo - pensano che il covid sia meno pericoloso delle mascherine. Proprio in questi giorni l’Eurac di Bolzano ha pubblicato uno studio che dimostra, da una parte, la necessità delle mascherine per proteggersi e, dall’altra, il fatto che non siano pericolose. Le ordinanze fra l’altro parlano in generale di protezione, specificando che - ad esempio - si possono usare anche le mascherine di cotone. Di qui il mio richiamo al buonsenso: le classi sono fra l’altro molto diverse fra loro e nessuno “arresterà” mai una o un insegnante che usano appunto il buonsenso. Non nascondo che insistiamo anche sulla necessità di proteggere (i bambini), i loro genitori e i loro nonni. Ma lo facciamo alla luce di dati che mi sento di definire mostruosi. Su una cosa non fatico a dirle che sono contrario: la scuola è un diritto e insieme un dovere. E non trovo corretto che alcuni decidano, per protesta, di non mandare ad esempio i loro figli a scuola; a maggior ragione in considerazione del fatto che è ormai diventato quasi un miracolo - a tempo verosimilmente determinato, mi vien da dire - riuscire ad andare a scuola. Questa forma di “sciopero” mi sembra una cosa molto diversa rispetto alle perplessità e alle preoccupazioni di cui parla lei.

lettere@ladige.it

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