Contagi in Rsa e ospedali anche senza le visite

Egregio Direttore, la prego di condividere un ragionamento ed una domanda che deriva dalla mia esperienza lavorativa. Sono un medico chirurgo, specialista in odontoiatria e dal 1982 esercito la professione come libero professionista. Anche noi come professionisti sanitari siamo in prima linea per la cura dei pazienti e con la gestione degli stessi in un periodo pandemico che ormai viviamo con alterne vicende dallo scorso marzo.

Come si può immaginare, lavoro come i miei colleghi, tutti i giorni e per molte ore in uno degli ambienti peggiori in riferimento alla presenza del virus Sars Covid 19. Ambienti con areosol e quindi con il massimo potenziale di contagiosità sia per noi che per il nostro personale di studio.

Pur eseguendo costantemente un completo triage per ogni accesso in studio, non abbiamo la certezza di curare solo pazienti sani, anzi siamo sicuri che avremo seguito molti pazienti portatori asintomatici e quindi potenzialmente infetti, certamente pazienti infetti ma non ancora positivi al tampone. Anche noi come il nostro personale abbiamo una vita fuori studio ma tutte le statistiche a livello mondiale indicano che una categoria così potenzialmente a rischio ha una positività al Covid 19 di circa l'1% e i dati italiani forniti dall'Inail a fine ottobre non indica dipendenti degli studi odontoiatrici positivi per Covid.

Ecco quindi la mia domanda come è possibile come è possibile che le nostre case di riposo vedano un elevatissimo numero di ospiti contagiati? E come mai l'ospedale ha dei focolai che si susseguono nei vari reparti? Da chi arriva il contagio se i famigliari non possono accedere alle strutture? Se lei fosse così gentile da darmi una risposta le sarei molto riconoscente.

 

Alberto Bertelle - Medico chirurgo
specialista in Odontosomatologia


 

 

Il virus viaggia con chi lavora

Lei la risposta la conosce molto bene, anche perché la cosa è uscita più volte. Comunque eccola, la risposta: il Covid-19 arriva negli ospedali e nelle altre strutture chiedendo un "passaggio" a chi entra (in ospedale o in rsa) ed esce (dall'ospedale o dalla rsa) per lavoro.

Persone - tantissime, molto diverse fra loro - che, pur facendo grande attenzione, tornano in famiglia ogni giorno (salvo rare eccezioni), appena finito di lavorare. Inutile criminalizzare qualcuno. È così e basta, purtroppo. Anche perché gli esperti sono unanimi nel dire che in questo periodo il luogo nel quale il virus gira è la famiglia. Dunque è da lì che parte verso strutture che sono evidentemente meno protette di quanto possiamo immaginare.

Basta peraltro la distrazione di una persona (che non sa mai, in quel momento, d'essere potenzialmente contagiosa) a compromettere la situazione e a far nascere un focolaio.

lettere@ladige.it

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