Vaccino obbligatorio per gli operatori sanitari

Se medici e operatori sanitari non vogliono vaccinarsi: la considerazione di un nostro lettore, e la risposta del Direttore.

Vaccino obbligatorio per gli operatori sanitari

Caro Direttore, condivido appieno l’affermazione contenuta nel tuo editoriale del 27 dicembre e cioè che «c’è un’evidente emergenza culturale». Infatti risulta incomprensibile l’atteggiamento assunto da una percentuale non trascurabile di medici che, anziché accogliere con soddisfazione e convinzione la campagna di vaccinazione, esprimono perplessità e dubbi sulla medesima. È quindi vero che c’è un’emergenza culturale a livello diffuso, ma anche in seno alle categorie che dovrebbero essere d’esempio per tutti.
E per scendere nel concreto, a mio parere, la cultura è alimentata dai seguenti atteggiamenti dello spirito e cioè dal rispetto delle regole e degli altri, dalla conoscenza della storia, dalla fiducia nella scienza ed infine dalla reale consapevolezza della personale ignoranza e cioè «so di non sapere» (Socrate). Auguri caro Direttore, di un sereno anno 2021.

Renato Lochner


 

Chi non si vaccina è un untore

Prima di tutto: grazie e ancora tanti auguri a te e a tutti i lettori. In Trentino i dati stanno fortunatamente migliorando per quel che riguarda i medici, ma sono ancora a dir poco preoccupanti per quel che riguarda molti degli altri operatori sanitari (che continuano a non volersi vaccinare). In Alto Adige la situazione è addirittura drammatica, perché quell’area geografica continua a confermarsi una sorta di fortino (da sempre) allergico ai vaccini, al punto che l’assessore provinciale altoatesino ha già chiesto una sorta di deroga al governo per poter somministrare alle persone che hanno più di 80 anni i vaccini che un pezzo del mondo sanitario sta - uso di proposito una parola forte - “rifiutando”. Il che conferma non solo l’emergenza culturale, ma anche la necessità, da parte del governo, di ragionare su un fatto fondamentale: rendere obbligatorio il vaccino, almeno per chi opera all’interno del mondo sanitario. Lo so: è una scelta drastica, ma non vedo altro modo per impedire che il Covid circoli quasi indisturbato proprio negli ospedali e nelle residenze sanitarie per anziani. Non vaccinarsi, fra l’altro, per chi lavora in queste strutture, significa verosimilmente anche ammalarsi e rendere dunque ancora più complicata, anche dal punto di vista organizzativo, la gestione dell’emergenza al fronte. Sì, al fronte, perché oggi è davvero tale quello in cui operano medici, infermieri e altri operatori. Il “so di non sapere” di Socrate aveva qualcosa di nobile, perché era intriso di umiltà. Oggi invece siamo di fronte al “penso sempre di sapere” o al “diffido e non voglio nemmeno sapere”. C’è chi non ha oggettivamente strumenti per capire e approfondire, ma c’è anche chi non vuole capire pur avendo tutti gli strumenti necessari per farlo e per aiutare altri ad avere la necessaria fiducia. Ieri il dottor Quaini - medico che ama da sempre approfondire - mi ha scritto che “chi non si vaccina è un untore”. Una frase emblematica.

lettere@ladige.it

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