Pensioni d'oro nel mirino del Governo

Nella manovra di Bilancio, il Governo vuole introdurre un nuovo contributo di solidarietà sulle pensioni che superano i 4.500 euro. Ma la norma verrà attuata più avanti, mentre l’esecutivo giallo-verde promette da subito lo «smontaggio» della legge Fornero.

Tramontata l’idea del ricalcolo contributivo degli assegni d’oro, la maggioranza gialloverde si sta orientando su una riedizione del prelievo, messo in campo più volte negli anni della crisi. Questa nuova versione del taglio delle pensioni d’oro, bandiera del Movimento 5 Stelle, dovrebbe arrivare come emendamento alla manovra, visto che l’impianto della norma va definito nel dettaglio e studiato per evitare, come fu il caso del contributo voluto dal governo Monti, di incappare nell’illegittimità costituzionale.

La soglia di intervento, assicura la Lega, sarà quella dei 4.500 euro netti (circa 90mila euro lordi, che corrisponderebbe a un assegno 14 volte il minimo). Sarà da vedere come calibrare il nuovo meccanismo per raggiungere i risparmi annunciati dal governo, 1 miliardo in tre anni.

Nella manovra entrerà subito, invece, lo «smontaggi» della legge Fornero. Una misura che sarà «strutturale» assicura il vicepremier Luigi Di Maio, e non sarà valida solo per il prossimo anno. Questa interpretazione, suggerita in prima battuta da Moody’s, troverebbe sostegno nei numeri del Draft Budgetary Plan (il progetto di bilancio su cui pende la bocciatura di Bruxelles) nel quale, osserva ad esempio l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, «mancano almeno 3 miliardi nel 2020 e forse 6 nel 2021».

Ma il governo, come si legge anche nelle bozze della legge di Bilancio, sta immaginando un meccanismo a vasi comunicanti tra il Fondo per superare la Fornero e quello per il reddito di cittadinanza, che nelle intenzioni dovrebbe permettere non solo di «travasare» risorse tra le due misure ma anche di trasferire agli anni successivi eventuali fondi non spesi.

I paletti a quota 100 - 62 anni di età e 38 di contributi, uniti al divieto di cumulo che si dovrebbe introdurre almeno per i primi 24 mesi - dovrebbero ridurre il numero di chi andrà effettivamente in pensione anticipata con le nuove regole. La volontà del governo, spiega il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, è quella di favorire «un vero ricambio generazionale». Proprio per questo si starebbero tra l’altro disegnando delle finestre ad hoc per gli statali, con la decorrenza posticipata di tre mesi, per garantire continuità amministrativa.

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