Impronte digitali contro i furbetti del cartellino: sì del Senato

Controlli più serrati, anche con le impronte digitali, contro i furbetti del cartellino. Il ddl concretezza, che mette in campo novità per le pubbliche amministrazioni e la lotta all'assenteismo, ha ricevuto il primo ok in Parlamento con l'approvazione dell'Aula del Senato (138 sì, 94 no e nessun astenuto), dopo l'esame in commissione Lavoro e il via libera con alcune piccole modifiche. Resta confermato l'impianto del provvedimento, collegato alla manovra, che ora passa alla Camera.
«Mi rifiuto di chiamare malcostume l'uso improprio del cartellino: è reato, reato di truffa aggravata», ha sottolineato il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, proprio intervenendo in aula. E «di fronte a un reato dobbiamo intervenire», ha rimarcato anche rispondendo alle critiche su un «eccesso di controllo» e sui limiti alla privacy. «Un bene protetto, ma da bilanciare con altri beni». E «se per un po' dobbiamo limitare la privacy dei dipendenti, questo va comunque a giovare a tutti i cittadini e alla Pa, di cui deve prevalere l'interesse dell'efficienza».
Nel giro di vite contro l'assenteismo nel pubblico impiego si supera il vecchio badge: entrano in campo i controlli biometrici dell'identità che, in pratica, potranno essere fatti tramite le impronte digitali ed i sistemi di videosorveglianza. Un punto su cui non sono mancati gli attacchi dall'opposizione: così si tratta il dipendente pubblico «come un possibile delinquente» o addirittura alla stregua di un «terrorista», ha detto il senatore del Pd Mauro Laus, motivando il no dei dem.

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