Suore a rischio sfratto si barricano in convento

Un convento rischia di chiudere, come ormai accade da tempo in tutta Italia. Ma in questo caso le suore hanno deciso di opporsi alla decisione “barricandosi” dentro. Accade a Marradi, paese del fiorentino, dove tra l’altro è nato il presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, come anche il poeta Dino Campana.

Nel monastero della Santissima Annunziata delle domenicane di clausura di Marradi sono rimaste in quattro, tre suore tra le quali una molto anziana e una novizia, tutte comunque intenzionate a non lasciare la loro casa. È noto che la crisi delle vocazioni stia svuotando ovunque i conventi e che si cerchi, lì dove si scenda sotto le cinque unità, di accorparli o cambiare loro destinazione. Papa Francesco in passato aveva anche rivolto un appello agli istituti religiosi per accogliere migranti lì dove sono rimaste celle di monaci o monache vuote.

Ma le suore di Marradi non vogliono andare via e hanno trovato in questi mesi di annunciato “sfratto” anche la solidarietà di una parte degli abitanti del paese, tra cui Paolo Bassetti, ex sindaco, e anche cugino del presidente della Cei.

Ieri c’è stato l’ennesimo tentativo (un altro ce ne era stato già a dicembre) di portare le suore via ma è andato a vuoto.
Senza alcun preavviso, tre religiosi, tra cui due suore, hanno bussato al convento proprio con l’obiettivo di convincere le monache a fare le valigie. Le religiose però non hanno aperto a nessuno e alcuni abitanti, avvertiti dalle stesse monache, si sono recati a sostenerle, nel caso ce ne fosse stato bisogno.

«Da tempo - spiega Bassetti, l’ex sindaco - ci stiamo adoperando per evitare che le suore debbano lasciare il monastero come vorrebbe il loro ordine da Roma. A tal fine eravamo anche riusciti ad aggregarlo al monastero domenicano di Castel Bolognese in provincia di Ravenna, ma quell’affiliazione, concessa a dicembre 2018, è stata poi revocata il 21 maggio scorso senza che fosse mai effettiva». «Se dovessero ritornare di nuovo alla carica non farebbero una gran figura - spiega sempre Bassetti -. Ma poi che noia danno le nostre suore? Si mantengono da sole, con le loro pensioni e non chiedono nulla, riescono a far concelebrare la messa e sono sempre disponibili.

Noi vogliamo che rimangano nel convento che fra l’altro ci ‘appartienè: furono le famiglie locali a farlo costruire 400 anni fa. E comunque vada c’è la necessità di trovare una soluzione condivisa».

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