Milano, incendio al Tribunale distrutto l'archivio delle indagini "Un disastro" probabilmente doloso

AGGIORNAMENTO -  È quella di un cortocircuito ai sistemi informatici, spesso in "sovraccarico" al Palagiustizia di Milano, l'ipotesi al vaglio in relazione all'incendio che si è sviluppato al settimo piano dell'edificio e poi completamente domato dai vigili del fuoco. Al momento, comunque, le cause sono tutte da accertare. "È stato un incendio violentissimo con danni terribili", ha spiegato il pm Alberto Nobili, intervenuto sul posto. Tre piani, quinto, sesto e settimo, sono stati dichiarati inagibili, ma verifiche sono in corso anche sulla stabilità dell'intera struttura. 

Il rogo è divampato in un'ala del settimo piano dove si trovano le cancellerie dei gip. Si tratta di un corridoio vicino ad un atrio in cui si trova anche uno sportello informazioni. Sulle cause dell'incendio sono ancora al
vaglio tutte le ipotesi, ma si propende, allo stato, per un "fatto accidentale" dovuto, questa è l'ipotesi, ad un cortocircuito.
 Tra l'altro, i sistemi informatici del Palagiustizia milanese hanno avuto più volte problemi di sovraccarichi e tenuta, tanto che negli ultimi mesi si sono verificati 'black out' informatici anche al settimo piano del Palazzo. Ora tutti gli impianti elettrici sono stati staccati.


I vigili del fuoco con 18 squadre sono intervenuti questa mattina al Palazzo di giustizia di Milano dove ha preso fuoco l'ultimo piano dell'edificio, il settimo. Sul posto anche carabinieri e Polizia locale. Le fiamme non hanno provocato feriti. L'incendio sembra sia divampato da un archivio al settimo piano quando l'edificio era chiuso. Si tratta dellp'archivio del GIP (Giudice per le indagini preliminari), ed ha completamente distrutto tutti i fascicoli di indagine. "Un disastro" commentano i giudici del Tribunale che sono accorsi sul posto. Al momento sono inagibili tre piani del palazzo, dal quinto al settimo.

    L'attività di Palazzo di Giustizia è peraltro ridotta ai servizi essenziali a causa dell'epidemia di coronavirus.


   

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