Stop della Ue al marchio «Mafia» della catena ristoranti spagnola

La catena di ristoranti spagnoli «Mafia» non potrà più fare affari sfruttando l’appeal di coppole e lupare.

Lo stop è arrivato - secondo quanto riporta Repubblica - dall’Unione Europea. Il quotidiano spiega come l’Ue non vuole che la parola «mafia» venga utilizzata nelle insegne della catena («La mafia se sienta alla mesa», ovvero «La mafia si siede a tavola»), che vanta già una quarantina di ristoranti che servono cibo italiano dai Paesi baschi a Gibilterra. L’Unione europea ha accolto un ricorso dell’Italia «per invalidità del marchio».

«Finalmente l’Europa batte un colpo», dice il presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi. «Il cibo italiano non può passare attraverso il marchio della mafia».


 

«Dal caffè “Mafiozzo” stile italiano della Bulgaria agli snack “Chilli Mafia” della Gran Bretagna, dalle spezie “Palermo Mafia shooting’” della Germania fino alla salsa “SauceMaffia” per condire le patatine e quella “SauceMaffioso” per la pasta scovate a Bruxelles nella Capitale d’Europa: sono tra i casi in cui si fa affari sfruttando a tavola gli episodi, i personaggi e le forme di criminalità organizzata più dolorose e odiose, a danno dei veri prodotti agroalimentari Made in Italy».
È quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione dell’Unione europea.

«Inizia ora una lunga battaglia alla quale si oppone un gruppo di quasi 40 ristoranti in tutta la Spagna con più di 400 dipendenti, che ha costruito la propria immagine proprio sule storie criminali italiane.

Purtroppo - sottolinea la Coldiretti - il caso della catena di ristoranti “La Mafia” in Spagna che fa mangiare i clienti sotto i murales dei gangsters più sanguinari (da Vito Cascio Ferro a Lucky Luciano, fino ad Al Capone), non è isolato e in tutto il mondo dal Messico a Sharm El Sheik, dal Minnesota alla Macedonia si trovano ristoranti e pizzerie “Cosa Nostra” mentre a Phuket in Tailandia c’è addirittura un servizio take-away».

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