La mangiatoia di Gesù nelle mani di padre Patton

di Giorgio Lacchin

«Papa Francesco ci ha fatto il regalo di Natale! Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, aveva chiesto il prestito dell’intera Sacra Culla per esporla alla devozione in occasione delle prossime festività ma le assicelle sono fragilissime, così il Papa ha scelto di donarcene un pezzettino. Per sempre».

Padre Francesco Patton è Custode di Terra Santa dal 20 maggio 2016 e lo sarà fino al 2022. Il mandato è sempre di 6 anni, può essere rinnovato per altri 3 ma di solito non succede perché l’incarico è gravoso. Molto faticoso. Padre Patton è un francescano ed è di Vigo Meano, alle porte di Trento. Ha 56 anni e prima di arrivare a Gerusalemme era ministro provinciale dei frati della provincia trentina.

E il Papa vi ha regalato un frammento significativo della Sacra Culla, non un pezzettino da nulla. Vero, padre Patton?

«Altroché! Misura 4 centimetri per 1 centimetro. Pensate che le reliquie della Croce sono grandi come uno stuzzicadenti».

Una bella differenza.

«Il frammento è in un reliquiario d’argento del Settecento a forma di ostensorio, donato dal Santo Padre alla Custodia di Terra Santa».

L’intera reliquia è conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

«Sono quattro assicelle che molto probabilmente formavano il cavalletto della culla in terracotta collocata nella mangiatoia di Betlemme».

Quando arrivarono a Roma?

«Intorno all’anno 650 quando il papa era Teodoro, uomo di origini palestinesi o siriane, e a Gerusalemme era patriarca san Sofronio».

Le assicelle sono state studiate a lungo.

«Provengono da questo territorio, sono in legno di acero o sicomoro».

La reliquia della Sacra Culla verrà conservata a Betlemme nella chiesa di Santa Caterina.

«È già lì. L’ho portata sabato scorso ed è rimasta esposta fino a domenica per la prima venerazione».

Perché il Papa l’ha donata proprio alla Custodia di Terra Santa?

«Nella basilica della Natività è la nostra comunità di frati minori francescani ad avere la proprietà e la custodia della mangiatoia dove secondo la tradizione Maria ha deposto Gesù. La custodiamo da secoli».

Quando la reliquia è arrivata avrete fatto una gran festa.

«Venerdì scorso è stata consegnata al delegato apostolico in Gerusalemme, monsignor Girelli. Al mattino è stata celebrata la messa nella chiesa di cui è titolare il nunzio, in serata la reliquia ci è stata data ufficialmente e l’abbiamo portata in Custodia. Il giorno dopo, sabato, era già a Betlemme».

Tra Betlemme e Gerusalemme ci sono 10 chilometri scarsi.

«E l’abbiamo portata in processione. In occasione della prima domenica d’Avvento, io, come Custode di Terra Santa, faccio l’ingresso solenne a Betlemme: si arriva scortati dalla polizia israeliana fino al Muro, poi si viene scortati dalla polizia palestinese. L’ultimo chilometro lo facciamo a piedi e di solito ci mettiamo 20 minuti, compresi i saluti e le benedizioni. Stavolta c’era talmente tanta gente che abbiamo impiegato un’ora!».

Tanta da non riuscire a muoversi!

«È stato molto bello. C’erano scuole intere, e poi cristiani venuti da tutte le zone della Terra Santa, non solo dalla zona palestinese - dov’è Betlemme - ma anche da quella israeliana e dalla Galilea. C’erano anche molti musulmani...».

Sul serio?

«Incuriositi dalla cerimonia, sul serio, e all’ingresso della basilica della Natività, naturalmente, erano schierate le autorità».

A Natale la esporrete il più possibile.

«Certo, non lasciandola mai incustodita. E l’idea per il futuro è di farla peregrinare tra le varie comunità cristiane. Questa reliquia non è importante in sé, ma per ciò che significa: è l’umilissima mangiatoia dov’è stato riposto quello che noi crediamo essere il Figlio di Dio, che si è fatto uno di noi per la nostra salvezza».

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