Piano Ue per la riapertura del turismo in Europa il 15 giugno: Austria rigida

Un piano per la ripartenza «tutti insieme» del turismo in Europa, bloccato per mesi dall’emergenza coronavirus. Ci sta lavorando l’Unione europea, nell’ottica di una riapertura delle sue frontiere interne e dello spazio Schengen, con i singoli Paesi al momento ancora in ordine sparso su quarantene e misure di sicurezza sanitaria. «C’è chiaramente un coordinamento e uno scambio d’informazioni» in corso fra gli Stati membri e la Commissione europea per tornare gradualmente a garantire la libertà di circolazione in Ue, ha fatto sapere Bruxelles, che insiste sulla trasparenza dei dati epidemiologici in ciascuno Stato e sulla necessità di app di tracciamento che possano funzionare su tutto il territorio europeo.

L’Italia è in prima linea per contendersi con gli altri Paesi del Mediterraneo le vacanze estive dei turisti stranieri e offrire una boccata d’ossigeno al settore che nel nostro Paese vale il 13% del Pil. «Il D-day del turismo europeo», lo ha chiamato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, è atteso per il 15 giugno, quando dovrebbero cadere le barriere e i cosiddetti ‘sconsiglì ai viaggiatori da parte dei singoli Paesi. La Germania, da cui ogni anno proviene la maggior parte dei turisti che visitano l’Italia, è già pronta a farlo per 31 Paesi (i 27 dell’Unione più Gran Bretagna, Islanda, Svizzera e Norvegia).

Secondo un documento che sarà discusso domani dal gabinetto Merkel, anticipato dalla Dpa, l’allerta verrà sostituita con semplici «avvisi» sugli eventuali rischi, Paese per Paese.

Berlino punta inoltre a stabilire una serie di criteri comuni in Europa a tutela del turista, dal tetto massimo di infezioni (50 per 100 mila abitanti) per avere il via libera a piani di intervento per chi dovesse ammalarsi all’estero.
L’Austria resta il Paese più restio ad aprire le porte con l’Italia a causa dell’alto numero di contagi.

Per il governatore del Tirolo, Guenther Platter, il «problema» è ancora la Lombardia con i suoi 25 mila malati: «In caso di riaperture dei confini, da lì si potrebbe andare direttamente in Tirolo», ha spiegato.

Di Maio, che in questi giorni sta sentendo i suoi colleghi su questo dossier, ha detto di aver avuto rassicurazioni da Vienna sul fatto che i turisti tedeschi che vorranno recarsi in Italia potranno transitare in Austria, e che tutti i ministri hanno respinto l’idea di fare accordi bilaterali per offrire corsie preferenziali all’uno o all’altro Paese. Presto sentirà anche il collega sloveno Anze Logar per fare chiarezza sulle modalità di transito al confine, con Lubiana che ha deciso di imporre una quarantena di 14 giorni.
Il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patan, ha chiesto però al capo della Farnesina un tavolo di confronto sui cosiddetti ‘corridori turisticì per scongiurare le «pericolose iniziative» di Austria, Repubblica ceca, Slovacchia e probabilmente Croazia, che potrebbero sottrarre una grossa fetta di turismo internazionale all’Italia.

E mentre per il 3 giugno si attende la riapertura delle Regioni - alle quali Di Maio chiede «indicazioni omogenee» per non confondere i turisti stranieri in viaggio lungo lo Stivale - si muovono anche compagnie aeree e di navigazione: Costa Crociere chiede «una deroga» per dare il via libera alle crociere in Italia che approderebbero solo in «porti nazionali», mentre Easyjet ha annunciato la ripresa di molte tratte interne a partire dal 15 giugno.

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