Mali, padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio liberati due anni dopo il rapimento

Sono stati liberati in Mali il sacerdote Pier Luigi Maccalli, sequestrato dai gruppi jihadisti in Niger nel 2018. Con lui è stato rilasciato anche Nicola Chiacchio, campano di 45 anni, che era scomparso il 4 febbraio 2019 durante un tour in bicicletta in Mali.

Padre Maccalli, della diocesi di Crema, fu rapito il 17 settembre del 2018 in Niger, in una missione a circa 150 km dalla capitale Niamey. I due connazionali stanno rientrando in Italia.

In aprile Avvenire aveva pubblicato un video in cui appariva il sacerdote lombardo prigioniero insieme a Chiacchio, del quale si erano si erano perse le tracce, forse rapito durante una vacanza.

L'identità dei due italiani liberati è stata confermata da un portavoce del governo maliano. L'annuncio giunge dopo che il governo ad interim del Mali ha rilasciato 100 jihadisti - sospettati o condannati - nel corso dell'ultimo fine settimana.

"Era ora che un grande italiano venisse restituito alla sua famiglia, ai suoi fedeli, ai suoi confratelli. La notizia era nell'aria. Da un paio di giorni filtrava ottimismo per le sue sorti e per quelle di altri sequestrati in quell'area del mondo. Siamo felicissimi e ringraziamo coloro, non tanti per la verità, che in questi due anni hanno fatto sì che sulla tragedia di Padre Gigi non calasse un definitivo oblio", dice il direttore della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che ha sempre tenuto alta l'attenzione sul caso del missionario italiano rapito. Anche questa mattina, rilanciando la notizia di un possibile rilascio in Mali della suora colombiana rapita Gloria Narvaez, Acs aveva auspicato la liberazione appunto di padre Maccalli.

"I nostri connazionali padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono stati liberati", conferma la Farnesina in una nota. "La liberazione è stata resa possibile grazie al prezioso lavoro del personale dell'Aise e di tutti i competenti apparati dello Stato, unitamente alla importante collaborazione delle autorità maliane. Il buon esito dell'operazione, oltre a mettere in luce la professionalità, le capacità operative e di relazione dell'intelligence, ha evidenziato anche l'eccellente opera investigativa dell'Autorità giudiziaria italiana ed il prezioso lavoro svolto dalle donne e degli uomini del ministero degli Affari Esteri e dell'intera Unità di Crisi della Farnesina". "Ancora una volta, la proficua, corale e sinergica interazione tra le istituzioni dello Stato si è rivelata vincente, consentendo di raggiungere il primario obiettivo di riportare in Patria i nostri due connazionali", conclude il ministero degli esteri.

L'ostaggio francese Sophie Pétronin e Soumalia Cissé, alta personalità maliana nelle mani di presunti jihadisti sono stati liberati insieme agli italiani. Non è stato fornito dalel autorità locali alcun dettaglio sulle circostanze della liberazione.

Sophie Petronin, 75 anni era l'ultimo cittadino francese in mano a rapitori: era stata sequestrata il 24 dicembre 2016 da un gruppo armato a Gao, nel nord del Mali, dove dirigeva un'organizzazione di aiuto all'infanzia.

Soumalia Cissé era stato rapito il 25 marzo mentre faceva campagna elettorale per le legislative nella regione di Timbuctu, nel nord-ovest del Paese. Tutti gli ostaggi erano probabilmente detenuti da gruppi islamici legati ad Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi).

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