Elezioni: le liste in campo Udc, torna lo scudo crociato

È la nona lista della mega coalizione che sostiene Maurizio Fugatti. Sotto il nome del candidato alla presidenza della Provincia il simbolo riporta lo scudo crociato e la scritta Unione di Centro. È l’eterno richiamo alla storia della Democrazia Cristiana e di ciò che ha rappresentato in Italia. Storia e valori a cui Andrea Brocoli si richiama espressamente.

Brocoli, che figura al numero tre della lista, è il commissario in Trentino dell’Udc, partito che si richiama alla storia democristiana e che è guidato a livello nazionale dall’eurodeputato Lorenzo Cesa. Negli ultimi dieci anni l’Udc è mancato dalla scena politica locale; nel 2008 non si era presentato alle elezioni per un vizio di forma al momento del deposito delle liste ma era stato ripescato dal governatore Dellai con un assessorato «tecnico» alla cooperazione internazionale attribuito a Lia Giovanazzi. «Il percorso di una nostra presenza sul territorio - spiega Brocoli - è ripreso in giugno con l’organizzazione di un convegno su Degasperi. Noi vogliamo ricreare il partito di cui si sente l’esigenza con il metodo degasperiani del coinvolgimento e della mediazione costruttiva». E dunque, comunque vada questa ridiscesa in campo alle provinciali, l’Udc ci sarà anche in occasione dei prossimi appuntamenti.

In questa occasione il nucleo costituito dai centristi di ispirazione democristiana ha stretto un’alleanza con alcuni scontenti di centrodestra, in particolare con Giacomo Bezzi, consigliere uscente in rotta con Forza Italia e con la coordinatrice regionale Micaela Biancofiore. Bezzi cercava una «casa» per tornare in corsa e l’ha trovata nell’Udc, che gli ha dato fiducia mettendolo nella posizione del capolista. La numero 2 sarà Mirella Serafini, consigliera comunale a Riva del Garda, lei sì militante di lungo corso dell’Udc.

Da sempre schierato nel centrodestra lo scudo crociato si era presentato alle ultime politiche sotto la sigla «Noi per l’Italia», la quarta gamba della coalizione guidata da Salvini. Ora quella sigla, modificata in Noi per il Trentino, l’ha fatta propria l’ex senatore Ivo Tarolli che ha invece scelto le fila del Patt per schierare alcuni dei suoi. «È una decisione che mi ha lasciato l’amaro in bocca - polemizza Brocoli - anche perché ha fatto candidarsi il direttore amministrativo dell’Università, di cui lui è presidente. Un vero voltafaccia».

Quanto al programma l’Udc si differenzia dal resto della coalizione, ad esempio per quanto riguarda l’immigrazione e le politiche di accoglienza. Niente abolizione del Cinformi e linea dura ma piuttosto trovare formule di convivenza facendo attenzione a come vengono spesi i soldi per l’integrazione. «Non si possono bloccare fenomeni epocali, ma noi dobbiamo essere un laboratorio di nuove idee» spiega Brocoli.

L’Udc non crede che l’autonomia del Trentino sia in pericolo ma è preoccupato per come sono stati spesi i soldi negli ultimi 15 anni e per le condizioni del bilancio. In campo sanitario si sottolinea come la nostra sia l’unica regione italiana a non avere una facoltà di medicina, una condizione che pesa anche sul livello del servizio pubblico. La proposta, visti i costi insostenibili per crearne una ex novo, è di cercare di siglare accordi con le altre università per avere almeno una collaborazione sulle specialità.

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