La giunta leghista di Fugatti rinuncia a un milione di euro dalla Ue per l'integrazione

di Leonardo Pontalti

Più di un milione di euro, soldi già pronti.
Ma la Provincia ha detto no: il budget era quello di due progetti già finanziati dal fondo asilo, migrazione e integrazione del Ministero dell’Interno tramite risorse messe a disposizione dall’Unione europea.
I soldi sarebbero serviti per sostenere in un caso corsi di italiano per stranieri residenti, nell’altro per iniziative di dialogo e socializzazione interculturale. Progetti che già in passato erano stati attivati dall’amministrazione provinciale attraverso il coordinamento del Cinformi.
La giunta Fugatti ha detto stop. E lo ha fatto dicendo no a 1.029.130,76 euro che erano già stati stanziati e che non avrebbero fatto pesare le iniziative sulle casse provinciali.
La conferma dell’invio al Ministero dell’Interno della nota di rinuncia da parte del Dipartimento salute e politiche sociali della Pat è arrivata martedì ai sindacati, nel corso dell’incontro con il presidente Fugatti sulla ricollocazione delle professionalità rimaste senza impiego a seguito dei tagli al sistema di accoglienza.
«Non ci sono state date motivazioni precise - ha spiegato il segretario della Cgil Franco Ianeselli - semplicemente il presidente ha detto che ora si fa così e quelle risorse non sarebbero servite».
Questa mattina per parlare del caso è stata indetta una conferenza stampa: al tavolo i sindacati, Cnca del Trentino Alto Adige, Consolida, Fondazione Sant’Ignazio, cooperativa Samuele. Ma già ieri non hanno tardato ad arrivare le reazioni. Furibonda quella dell’ex assessore alla salute nella giunta Rossi, Luca Zeni: «Questo è forse l’atto più grave, violento, sprezzante e dannoso che la giunta della Lega Salvini ha fatto in questo anno di governo del Trentino. Ha rinunciato ai soldi che avrebbero potuto continuare a sostenere progetti di integrazione. Non si tratta di risparmiare risorse preferendo dire “prima i trentini”: qui parliamo di soldi europei, che non possono essere usati per nient’altro. Siccome non si può essere così imbecilli, l’unica interpretazione razionale è che dietro a questa decisione ci sia una precisa strategia: concentrati a Trento, senza formazione, senza possibilità nemmeno di fare volontariato, gli elettori trentini possono continuare a percepire i profughi come un problema. Questa non è politica. Questa è condotta criminale a danno della comunità trentina e mi assumo pienamente la responsabilità delle mie affermazioni».
I promotori della conferenza stampa di quest’oggi sottolineano poi come le risorse già stanziate non avrebbero dovuto andare a progetti rivolti unicamente a richiedenti asilo: «I destinatari delle iniziative erano anche immigrati di prima generazione, tra cui donne in situazione di isolamento sociale, che vivono in maniera stabile nella nostra provincia e che, fino ad ora, hanno potuto usufruire di progetti che hanno dato loro competenze linguistiche e di cittadinanza preziose mirate alla socializzazione e all’inserimento nelle nostre comunità». 


 

«La Giunta provinciale di Trento, in controtendenza rispetto al precedente governo provinciale, ha deciso di rinunciare a 1.029.130,76 di euro di budget già finanziati dal fondo asilo, migrazione e integrazione del Ministero dell’Interno tramite risorse messe a disposizione dall’Unione europea. Denaro che non avrebbero pesato sulle casse provinciali e che erano destinate all’integrazione ed ai corsi di italiano per stranieri residenti, ma anche ad immigrati di prima generazione, tra cui donne in situazione di isolamento sociale». Lo hanno denunciato i sindacati del Trentino nel corso di una conferenza stampa a cui hanno aderito anche Cnca del Trentino Alto Adige, Consolida, Fondazione Sant’Ignazio e cooperativa Samuele.

Sulla questione interviene anche il Pd trentino. L’ex assessore Luca Zeni, ha definito in una nota la decisione della Giunta guidata dal governatore Maurizio Fugatti come «l’atto più grave, violento, sprezzante e dannoso che la giunta della Lega Salvini ha fatto in questo anno di governo del Trentino».

Scrive Zeni: «In totale 1 milione di euro per attività di formazione e integrazione per gli stranieri presenti in Trentino.
La giunta leghista ora che fa? RINUNCIA AI SOLDI! Con la motivazione che non siamo più interessati ad integrare e formare gli stranieri presenti in Trentino.
Ma maledizione, lasciamo da parte i dibattiti ideologici, le argomentazioni etiche.. stiamo parlando di persone presenti in Trentino. Che in parte più o meno alta ci rimarranno. Più li formi e integri ora, più possibilità di essere lavoratori utili alla comunità avranno poi. Meno fai ora, più saranno un problema a carico della comunità poi, con costi a carico del bilancio della Provincia, voce “attività sociali”.
Ma facciamo finta che non si voglia comunque investire, perché preferiamo dire “prima i trentini”: ecco, qui parliamo di soldi europei, che non possono essere usati per nient’altro!
La Provincia di Trento, per volontà della giunta salvinian-leghista, non vuole 1 milione di euro, ci rinuncia, pur di lasciare queste persone inoperose.
Siccome non si può essere così imbecilli, l’unica interpretazione razionale è che sia una precisa strategia: concentrati a Trento, senza formazione, senza possibilità nemmeno di fare volontariato, gli elettori trentini possono continuare a percepirli come un problema.
Questa non è politica. Questa è condotta criminale a danno della comunità trentina e mi assumo pienamente la responsabilità delle mie affermazioni».

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