Donne, giovani, anziani e bimbi il «popolo delle sardine» in piazza Duomo a Trento - VIDEO

di Denise Rocca

Una piazza variegata e dalle tante anime. Le Sardine all’ombra del Duomo hanno portato tantissimi giovani, tante famiglie con bebè e passeggini al seguito, parecchi nonni, qualche gruppo che però ci ha tenuto a rispettare quella voglia di non avere etichette degli organizzatori.

Valentina Veronese, 21 anni, studentessa di lingue, in piazza ci è venuta con i suoi compagni universitari Marta Pelizzaro, Fabio D’Atmis e Alissa Sech. Subito inizia a dirci il suo “perchè esserci”, poi ci dice «Un attimo che riordino le idee», sotto il palco intanto si alza qualche coro. «È palpabile che ci sia qualcosa di più grande di noi che fomenta l’odio e invece noi siamo qui, finalmente, in un momento di unione. Io ci credo nella gente, credo fermamente che la società civile possa prendere posizione contro certa politica. I giovani spesso si dice sono indifferenti, ma non è così. Non siamo tutti indifferenti, magari è che a volte non si sa cosa fare. Questo è un primo momento per fare qualcosa. Credo che qui condividiamo tutti un ideale e questo è bellissimo».


Irene e Stefano in piazza sono arrivati con in braccio, bene infagottate in sciarpe e berrettini, le loro piccole Emilia e Violante. «Siamo qui perché pensiamo che non si è mai troppo piccoli per capire cosa succede. Le nostre bambine vanno solo all’asilo nido e crediamo che debbano crescere in un mondo dove tutti hanno le stesse possibilità». Erika Bugna, con sua figlia adolescente, spiega: «Siamo in tanti che ci sentiamo “stretti”. Penso ci sia bisogno anche di scendere in piazza e dimostrarlo, oltre a quello che uno fa come individuo. Siamo qui contro Salvini e tutte le forme di intolleranza».

«È ora di sentire qualcosa di nuovo - dice Maurizio Antolini, nonno che in piazza ci è venuto con il nipotino Michael, di 4 anni, abbarbicato sulle spalle - Credo che in questa piazza ci sia la speranza che la politica diventi qualcosa di più vicino alle persone. Spero in un futuro migliore, per loro, i bambini di oggi». Silvano Bert, insegnante in pensione di 78 anni, porta un messaggio che qualcuno, passandogli accanto, fraintende e gli lancia qualche occhiataccia. Per 35 anni è stato professore di Storia ed Educazione Civica all’Iti Buonarroti di Trento, e ieri, proprio sotto l’albero acceso, “indossava” un cartello, un po’ sbertucciato ai lati, con la scritta “Grazie Lega!!! Per regalare un biglietto gratis sul bus a me, trentino, sicuro e saziato, cosa tolgo a chi arriva con speranza da fuori spaventato e affamato?”. «Questo cartello è vissuto - spiega - ha già fatto il giro delle scuole e di altre manifestazioni simili a questa. Ho ricevuto tanti insulti, da chi magari finiva di leggere troppo presto, chi si fermava alle prime due parole, ma anche attenzione. Credo che anzitutto questa non sia la piazza dell’odio ma un’assemblea pacifica, al di là dei colori politici, dove il linguaggio dell’ironia sia adatto a far riflettere». All’ironia si affida anche il neo pensionato Luigi Dalmonech che a fianco ha la moglie Marina e la figlia Alisia. «Siamo qui perché non ci sentiamo baccalà». E sorride. Andrea Francesco Palopoli, 16enne che studia al Liceo Rosmini, regge invece un lembo di uno degli striscioni più grandi della piazza. Sopra c’è scritto: “W Mimmo Lucano”. «È un simbolo di ribellione e speranza - racconta - Le sardine non volevano simboli politici, quindi abbiamo portato un simbolo della società civile».

Lino Cristoforetti, 65enne neo pensionato di Trento c’è perché «Bisogna dire qualcosa a queste persone che le sparano grosse senza fondamento. Serve dire qualcosa, per questo sono qui. Sono contento di vedere tanti giovani. Noi abbiamo fatto, a suo tempo, queste battaglie, oggi siamo qui a sostenere chi ne sta combattendo di nuove». C’era anche una rappresentanza del Collettivo Be.Brecht nella piazza delle Sardine ieri sera e, citando naturalmente Brecht - “Dell’eroismo non sappiamo che farcene, vogliamo essere efficaci” - raccontano: «Facciamo testimonianza che un mondo diverso è possibile, vivendo in una Comune, una continua prassi sociale e culturale per la costruzione di un ampio movimento antifascista di ttue e tutti coloro che vedono aggredita la possibilità di vivere decentemente». E così, anche loro, sono arrivati in piazza ad ascoltare le Sardine e unirsi a loro. Chiara Bellini di Rovereto è venuta a Trento perché a Bologna, dove studia, non è potuta essere al primo evento di piazza, e quindi anche con una caviglia rotta che l’ha costretta a tutore e sedia a rotelle in piazza Duomo è arrivata: «Volevo esserci!».

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