Comuni, arriva il ribaltone Solo 54 sindaci hanno deciso di ricandidarsi Si voterà per 157 amministrazioni

di Giorgio Lacchin

A quattro mesi dalle elezioni solo 54 sindaci hanno già deciso di ricandidarsi. In 38 non si ricandideranno (11 hanno raggiunto il limite massimo dei 3 mandati consecutivi) e 54 sono ancora indecisi.

Domenica 3 maggio 410mila trentini andranno alle urne in 157 comuni per eleggere il sindaco e il consiglio. Di questi 157, la gran parte (124) ha meno di 3mila abitanti.

In 9 comuni non si voterà perché lo si è fatto da poco e la legislatura è in pieno svolgimento: parliamo di Altopiano della Vigolana, Borgo Valsugana, Folgaria, Garniga Terme, Levico Terme, Lona-Lases, Tenno, Terre d’Adige e Tione.

In 13 paesi si voterà per eleggere il primo sindaco di un nuovo comune: un comune nato proprio ieri. Il 1° gennaio 2020, infatti, sono stati istituiti i comuni di Novella, Ville di Fiemme e Borgo d’Anaunia, frutto delle fusioni. Novella nasce dalla fusione di Brez, Cloz, Romallo, Revò e Cagnò. Ville di Fiemme da quella di Carano, Varena e Daiano. Borgo d’Anaunia da quella di Castelfondo, Fondo e Malosco.

Novità anche a San Michele all’Adige: da ieri il comune di Faedo è stato aggregato a San Michele “per incorporazione”.

Sette dei 10 sindaci alla guida dei comuni più popolosi chiamati alle urne si ricandideranno: sono Francesco Valduga a Rovereto, Roberto Oss Emer a Pergine Valsugana, Alessandro Betta ad Arco, Adalberto Mosaner a Riva del Garda, Stefano Barozzi a Mori, Claudio Soini ad Ala e Christian Girardi a Mezzolombardo. Solo Alessandro Andreatta, sindaco di Trento, e Andrea Brugnara, sindaco di Lavis, hanno già deciso di non ripresentarsi, mentre Ruggero Mucchi (Cles) non ha ancora sciolto le riserve.

Oltre ad Andreatta e Brugnara, tra i sindaci dei comuni sopra i 3mila abitanti hanno già detto che non si ricandideranno soltanto Silvano Welponer (Cavalese) e Romina Baroni (Villa Lagarina).

Nei comuni più piccoli succede l’opposto: difficilmente un sindaco si ricandida. Prendiamo i 10 comuni più piccoli: qui, solo un sindaco ha già detto di volerci riprovare, cioè Stefano Bagozzi a Castel Condino. Non si ricandideranno Fabio Mengoni (Cis), Luca Nicolussi Paolaz (Luserna), Mara Dalla Torre (Bresimo) ed Enrico Beltrami (Massimeno); indecisi Gianni Rizzi (Cavizzana), Luca Gadenz (Sagron Mis), Danilo Anderle (Vignola-Falesina) e Stefano Moltrer (Palù del Fersina).

Il lavoro di un sindaco sta diventando sempre più difficile tra “scartoffie” e tagli ai bilanci; questo dicono i diretti interessati. E ricordiamo che il dato predominante sul quale si calcola l’indennità spettante al “primo cittadino” è quello del numero di residenti nel comune amministrato.

Gli 11 sindaci che hanno raggiunto il limite dei 3 mandati consecutivi sono Fabrizio Inama (Denno), Vittorio Fravezzi (Dro), Bruno Groff (Frassilongo), Ferdinando Orler (Mezzano), Ruggero Felicetti (Ospedaletto), Luciano Dell’Eva (Ossana), Angelo Dalpez (Peio), Stefano Endrizzi (Ronzone), Fulvio Ropelato (Scurelle), Antonio Valentini (Tenna) e Fabio Vanzetta (Ziano di Fiemme).

Tra i 54 sindaci indecisi se riprovarci o meno, qualcuno governa un comune di peso: oltre al già citato Mucchi (Cles) ci sono Paolo Forno (Predaia), Daniele Depaoli (Primiero San Martino di Castrozza), Gianni Bressan (Vallelaghi), Ugo Grisenti (Baselga di Piné), Francesco Facinelli (Ville d’Anaunia) e Maria Bosin (Predazzo). Dicono che comunicheranno la propria decisione entro la fine di gennaio.

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