Progettone: "Prima i trentini" è bufera sull'assessore Spinelli ed i sindacati attaccano

Prima i trentini, anche nel Progettone. L’assessore provinciale all’Economia vuole estendere questa regola, tanto cara alla Lega, ai lavori socialmente utili.
Achille Spinelli lo ha fatto capire ieri, a margine della giunta del venerdì. Parlando di Progettone l’esponente dell’esecutivo presieduto da Maurizio Fugatti ha dichiarato che nei prossimi mesi «ci potrebbero essere delle modifiche al settore in questione, anche sui criteri di accesso».
E ha aggiunto: «Dobbiamo tutelare i trentini ed i nostri cittadini che sono meno forti sul mercato del lavoro. Stiamo valutando su quali parametri intervenire. Pensiamo ad esempio al calcolo Icef oppure se, passano, ai dieci anni di residenza in Trentino. Non ci sarà però nessuna strage sociale».

Immediata la reazione dei sindacati: «Non è a colpi di demagogia che si può riformare una misura come il Progettone, lasciando del tutto irrisolti i nodi critici». Per Cgil-Cisl-Uil del Trentino «pensare di irrigidire i criteri di residenza (oggi fissati a 5 anni in Trentino) per accedere alla misura è una scelta che non affronta i problemi dei lavoratori “anziani” che perdono l’occupazione, in quanto l’accesso al Progettone ordinario avviene già sulla base dei requisiti pensionistici stringenti che sono stati rivisti e limitati nel corso degli anni. La questione della residenza, dunque, non risolve in alcun modo le questioni aperte».

Per questa ragione i sindacati bocciano l’ipotesi annunciata dall’assessore Spinelli. «Abbiamo sempre manifestato la nostra disponibilità a rivedere i criteri del Progettone - dicono Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti - anche nella logica di assicurarne la sostenibilità negli anni futuri, ma per farlo non si possono adottare soluzioni semplicistiche».

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