Lucia Coppola (Futura): l'orso M49 va rimesso in libertà, non castrato

La consigliere provinciale di Futura Lucia Coppola si dice contraria all’eventuale castrazione e alla detenzione a vita dell’orso M49 al Centro Casteller.

«La Provincia di Trento rassicura sulle condizioni di salute di M49, ma è difficile credere che un orso abituato a vivere una vita libera possa stare bene in un recinto di neanche un ettaro.

Viene sedato per tranquillizzarlo? Al momento nulla trapela», scrive Coppola in un’interrogazione  in cui chiede alla Provincia di ricercare un posto più idoneo dove far vivere l’orso.


Ecco il testo dell'intervento di Lucia Coppola

«Mentre è aperta l’insensata caccia all’individuazione dell’orso/a del Monte Peller, desidero tornare sulla vicenda di M49il coraggioso orso che per mesi ha tenuto in scacco il sistema provinciale del corpo forestale del Trentino, rendendosi protagonista della ormai celebre evasione dal Casteller.

Un orso vivace certo, ma M49 non ha mai attaccato l’uomo, ha solo sortito incursioni in baite, malghe, attaccato del bestiame, azioni in parte evitabili se si fosse provveduto a mettere in atto misure di prevenzione idonee quali recinti elettrificati, correttamente installati, si fossero impiegati cani da orso, evitato di lasciare residui di cibo vicino alle strutture abitative e lasciato animali incustoditi al pascolo. M49 è stato ritenuto responsabile di circa il 30 per cento dei danni subiti e del conseguente esborso di circa 45 mila euro da parte della Provincia.
Nell’aprile scorso M49 è stato catturato e ora vive in uno spazio ristretto al Casteller, un recinto della grandezza pari ad un campo di calcio, in coabitazione, senza peraltro mai entrare in contatto, con DJ3, un’orsa lì rinchiusa da nove anni, già sterilizzata.

Ricordiamoci che l’orso è nato per vivere in zone che si estendono dai 200 ai 400 chilometri quadrati, hanno bisogno di corsi d’acqua di ampie dimensioni per la loro predisposizione a fare il bagno e necessitano di boschi e cespugli per nascondersi. L’orso è in grado di percorrere decine di chilometri al giorno e corre alla velocità di 45 km all’ora. Come si può pensare che due orsi possano vivere dignitosamente la loro natura di animali selvatici in un territorio così ristretto?

Tutto ciò è indegno e denota insensibilità e ignoranza circa la natura e le necessità di questi animali.
Non mi stancherò mai di ripetere che è necessario lavorare affinché chi frequenta i boschi e le montagne sappia come affrontare gli habitat condivisi con altri esseri viventi. Posto che la nostra specie è in assoluto la più impattante, distruttiva, aggressiva in un Creato che, con tutte le sue creature e le bellezze naturali, ci è stato dato in prestito dalle generazioni passate per custodirle e lasciarle il più possibile integre alle generazioni future. Ricordo inoltre che la Provincia di Trento ha precisi obblighi di rendicontazione del proprio operato nella gestione del progetto Life Ursus, per il quale ha ricevuto finanziamenti nazionali ed europei.

La Provincia di Trento rassicura sulle condizioni di salute di M49, ma è difficile credere che un orso abituato a vivere una vita libera possa stare bene in un recinto di neanche un ettaro. Viene sedato per tranquillizzarlo? Al momento nulla trapela.

Apprendiamo inoltre da un’intervista rilasciata dal dirigente del Servizio foreste e fauna della Provincia di Trento che M49 è condannato alla castrazione.
“Abbiamo un protocollo interno sul processo di reintroduzione dell’animale: un processo graduale. La sterilizzazione della femmina e la castrazione dei maschi, comunque, sono scontati quando gli animali vengono messi nei recinti …”

E ancora… “M49 deve imparare a stare nel luogo in cui si trova. Deve conoscerlo, abituarsi a esso. Deve conoscere i limiti della recinzione… i fili elettrificati… Non si possono mettere gli animali interi in un recinto di questo tipo».

Stiamo parlando di una specie animale protetta da norme nazionali e internazionali, per ragioni di tutela della biodiversità. Un animale a cui si sta togliendo la dignità.

Si è rinunciato a creare una cultura sulla convivenza tra orsi e la popolazione, a costruire un percorso di lunga prospettiva, con una formazione nelle scuole, informazione ai cittadini e alle associazioni di categoria (allevatori e coltivatori). percorsi di condivisione, di approfondimento e di accettazione della biodiversità.
Cosa ha fatto sino ad ora la Provincia di Trento per mettere in atto corretti metodi dissuasori e preventivi, progettare strumenti idonei a divulgare la conoscenza di questo animale e poter migliorare, come avviene in realtà italiane e straniere, la convivenza con questa specie? Nulla.

Ora basta. Basta orsi rinchiusi a San Romedio, a Spormaggiore, tolti da una vita da reclusi presso parchi zoologici per essere inseriti in un’ altra prigione, facendoli diventare mero oggetto di svago turistico. Evitiamo loro inutili sofferenze. Gli orsi non sono oggetti da esposizione, ricordiamocelo. E non si possono privare della libertà per essere inseriti in spazi inaccettabili e poi essere addirittura castrati.

Il Ministro Costa si era detto disponibile a trovare una nuova casa a M49, sondando la disponibilità di parchi europei e nazionali. Il Sindaco di Sagron Mis aveva offerto un esteso spazio verde nei boschi del Primiero per ospitare l’orso.

La Provincia di Trento sta lavorando per permettere che questo accada? Evidentemente no.

Ciò premesso, riprendendo in parte quesiti posti attraverso una interrogazione l’aprile scorso e ai quali ad oggi non ho ricevuto risposta, interrogo il presidente della Provincia di Trento per sapere:

se può confermare, come preannunciato dal Dirigente del Servizio Foreste e Fauna della Provincia di Trento che la pena inflitta a M49 sia la castrazione e la detenzione a vita al Casteller, uno spazio di neanche un ettaro, condivisa con un orsa che purtroppo lì vive da 9 anni;
se a M49 vengono somministrati sedativi per mantenerlo tranquillo;
se ritenga compatibile la necessità della tutela della biodiversità e della dignità di un animale, protetto da leggi nazionali e internazionali, con la vita all’interno di un recinto di minime dimensioni;
in base a quali parametri scientifici si è stabilito che il comportamento di M49 possa essere definito aggressivo e pericoloso per l’incolumità pubblica e quindi l’animale debba essere rinchiuso;
perché si è rinunciato a ricercare delle soluzioni al fine di arrivare alla necessaria pacifica convivenza fra orsi, altri animali selvatici e le attività umane;
perché non si è provveduto ad una attenta educazione della popolazione alla convivenza con l’orso;
la motivazione per la quale non è stato preso in considerazione l’invito del Sindaco di Sagron Mis che aveva offerto un esteso spazio verde nei boschi del Primiero per ospitare l’orso;
se ci si è attivati per ricercare, sollecitando anche in tal senso il Ministro Costa, un posto più idoneo dove far vivere M49 e le motivazioni del fallimento di questo eventuale tentativo».

 

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