Vaccinazione antinfluenzale gratis per bimbi e ultra 60enni

di Patrizia Todesco

La campagna di vaccinazione antinfluenzale, quest’anno inizierà prima, verso le metà di ottobre. Lo hanno annunciato mercoledì il Direttore Generale del Dipartimento salute Giancarlo Ruscitti e il Direttore Generale facente funzione dell’Azienda sanitaria Pier Paolo Benetollo, davanti ai sindacati dei medici di medicina generale. È stato inoltre annunciato che da quest’anno, come previsto dal Governo nazionale, la vaccinazione antinfluenzale sarà allargata a tutta la popolazione trentina dai 60 anni in su, ai bambini dai 6 mesi ai 6 anni grazie all’accordo con i pediatri di famiglia e la Provincia sta studiando il modo di inserire ulteriori categorie lavorative del Trentino e quelle adulte non ricomprese nelle patologie croniche, che possano fare i vaccini antinfluenzali in totale sicurezza negli ambulatori dei propri medici di famiglia, tutte gratuitamente.

Quest’anno l’Azienda sanitaria, con una delibera pubblicata a maggio, aveva già predisposto un capitolato d’appalto per l’acquisto di 70 mila dosi di vaccino antinfluenzale inattivo quadrivalente e 60 mila di vaccino antinfluenzale inattivo adiuvato al quale se ne possono aggiungere fino a 35 mila dosi in più del primo e 30 mila de secondo.
Un numero maggiore rispetto allo scorso anno quando le dosi somministrate sono state 86.662, con un ordine iniziale di 80 mila.

Nel 2019 erano state vaccinate 5.636 persone in più rispetto all’anno precedente (81.026) e la copertura vaccinale nella popolazione con età superiore a 65 anni era stata del 55,2%. Alta era stata l’adesione alla vaccinazione nei soggetti a rischio in età pediatrica e anche nelle Rsa e nelle Case di riposo. Nel 2019 erano stati vaccinati 4.345 ospiti con una copertura vaccinale dell’86% (84,9% nel 2018).

Invitano ad aumentare la copertura gratuita a tutta la popolazione i sindacati. In una nota Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti attaccano Azienda sanitaria e Provincia dicendo: «Non ci si può limitare ad ordinare un quantitativo sufficiente di dosi solo per i soggetti over 60 e le persone fragili. Il coronavirus espone tutti a rischio contagio elevato e dunque andava garantita la copertura più ampia possibile, estendendo il vaccino a tutta la popolazione ? fanno notare Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. A cominciare dai posti di lavoro, dove il rischio di focolai è elevato».

Per i sindacati, invece, Giunta e dipartimento Salute hanno sottovalutato la questione, senza ragione in una logica di prevenzione di ampio respiro e senza preoccuparsi della carenza di scorte. «L’ennesimo esempio di impreparazione e improvvisazione.

Siamo di fronte ad un problema di sanità pubblica ed è la Provincia che deve farsene carico. Il virus non è scomparso e l’epidemia non è alle spalle, serve massima attenzione in vista dell’autunno perché nessuno può permettersi nuovi lockdown», insistono.
Per questa ragione Cgil Cisl Uil hanno chiesto un confronto urgente, intanto in via informale, con l’assessora alla Sanità.

A breve la richiesta verrà formalizzata. «Senza un piano di prevenzione articolato che parta dai luoghi di lavoro corriamo un rischio enorme», concludono i tre segretari provinciali.

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