Il 40% dei sindaci getta la spugna Solo 80 primi cittadini si ricandidano

di Giorgio Lacchin

Ottanta sindaci hanno deciso di ricandidarsi, 64 gettano la spugna e qualcuno ci sta ancora pensando. Gli indecisi (pochi) devono sbrigarsi: le candidature si possono presentare da domani alle 8 a martedì 11 agosto a mezzogiorno.

Domenica 20 e lunedì 21 settembre (ballottaggio il 4 ottobre) 410mila trentini andranno alle urne in 157 comuni per eleggere il sindaco e il consiglio. Di questi 157, la gran parte (124) ha meno di 3mila abitanti.
Nove dei 10 sindaci alla guida dei comuni più popolosi chiamati al voto si ricandideranno: sono Francesco Valduga a Rovereto, Roberto Oss Emer a Pergine Valsugana, Alessandro Betta ad Arco, Adalberto Mosaner a Riva del Garda, Andrea Brugnara a Lavis, Stefano Barozzi a Mori, Claudio Soini ad Ala, Christian Girardi a Mezzolombardo e Ruggero Mucchi a Cles. Il decimo - l’unico a non ripresentarsi - è Alessandro Andreatta, il primo cittadino di Trento.

Nel gruppone dei 64 che lasciano ci sono altri sindaci di comuni “pesanti”: Ugo Grisenti (Baselga di Piné), Silvano Parmesani (Canazei), Silvano Welponer (Cavalese), Paolo Forno (Predaia), Romina Baroni (Villa Lagarina) e Francesco Facinelli (Ville d’Anaunia).

Si ricandideranno, invece, 5 sindaci sui 10 alla guida dei comuni più piccoli, e questa è una sorpresa: sono Stefano Bagozzi a Castel Condino, Fabio Mengoni a Cis, Gianni Rizzi a Cavizzana, Danilo Anderle a Vignola Falesina e Stefano Moltrer a Palù del Fersina. Degli altri, 3 non si ricandidano di sicuro (Luca Nicolussi Paolaz a Luserna, Mara Dalla Torre a Bresimo, Enrico Beltrami a Massimeno), uno ci sta pensando (Luca Gadenz a Sagron Mis) e il decimo ha raggiunto il limite massimo di tre mandati (Bruno Groff a Frassilongo).

Rispetto al sondaggio di gennaio - le elezioni amministrative dovevano svolgersi a maggio, poi è arrivata la pandemia - c’è qualche novità interessante. Tra i sindaci che all’inizio dell’anno erano praticamente certi di ricandidarsi e invece non lo fanno, troviamo quelli di Avio (Federico Secchi), Moena (Edoardo Felicetti) e Storo (Luca Turinelli). Tra chi ha fatto il percorso inverso - dal no al sì - c’è il sindaco di Lavis (Andrea Brugnara).

In 9 comuni non si voterà perché lo si è fatto da poco e la legislatura è in pieno svolgimento: parliamo di Altopiano della Vigolana, Borgo Valsugana, Folgaria, Garniga Terme, Levico Terme, Lona-Lases, Tenno, Terre d’Adige e Tione.

In 13 paesi si voterà per eleggere il primo sindaco di un nuovo comune: un comune nato il 1° gennaio 2020. Quel giorno, infatti, sono stati istituiti i comuni di Novella, Ville di Fiemme e Borgo d’Anaunia, frutto delle fusioni. Novella nasce dalla fusione di Brez, Cloz, Romallo, Revò e Cagnò. Ville di Fiemme da quella di Carano, Varena e Daiano. Borgo d’Anaunia da quella di Castelfondo, Fondo e Malosco.
Novità anche a San Michele all’Adige: dal 1° gennaio il comune di Faedo è stato aggregato a San Michele “per incorporazione”.

Tra i 64 che lasciano, 11 sono costretti a farlo per avere raggiunto il limite massimo dei 3 mandati consecutivi: sono Fabrizio Inama (Denno), Vittorio Fravezzi (Dro), Bruno Groff (Frassilongo), Ferdinando Orler (Mezzano), Ruggero Felicetti (Ospedaletto), Luciano Dell’Eva (Ossana), Angelo Dalpez (Peio), Stefano Endrizzi (Ronzone), Fulvio Ropelato (Scurelle), Antonio Valentini (Tenna) e Fabio Vanzetta (Ziano di Fiemme).

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