Covid: il consigliere comunale di Trento Zannini si "autodenuncia" «Ho preso il bonus di 600 euro»

«Anche io non vivo di sola politica, pago l’affitto ogni mese e per marzo e aprile sono rimasto senza lavoro e ho chiesto come te i 600 euro visto che con i gettoni di presenza non sarei arrivato a fine mese ... ed è giusto rivendicarlo». Così il consigliere comunale di Trento Jacopo Zannini con un commento su Facebook ha voluto ringraziare Anita Pirovano, la consigliera comunale milanese che ha reso pubblico di aver richiesto il bonus Covid.
«Grazie Anita Pirovano anche io sono in consiglio comunale a Trento e anche io non vivo di sola politica», scrive Zannini in un commento al post di Pirovano.

Zannini, di professione formatore, è consigliere comunale di «L’altra Trento a sinistra» e si ricandida con la lista Europa Verde Trento.

Intanto continuano a restare celati i nomi dei 5 deputati che hanno ottenuto il bonus.
Le norme sulla privacy non consentono la diffusione degli elenchi dei beneficiari delle prestazioni. Una regola che vale in questo, come in altri casi. E’ quanto ricordano fonti vicine all’istituto di previdenza e che ne conoscono bene normative e regole interne, dopo la vicenda dei deputati e consiglieri che hanno usufruito del bonus di 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva in difficoltà per l’emergenza Covid.

Tuona intanto Luigi Di Maio “Dalla lettura dei giornali di questa mattina emerge un quadro sconcertante. Oltre ai 5 deputati furbetti, ci sarebbero altri 2000 politici tra amministratori locali e regionali in tutta Italia ad aver fatto richiesta del bonus partita Iva destinato ai liberi professionisti in difficoltà per l’emergenza Covid. Siamo davanti a fatti di una gravità assoluta. I nomi devono essere resi pubblici. Gli italiani hanno il diritto di sapere chi ha tradito la loro fiducia. Questa gente non deve più avere l’occasione di rivestire una carica pubblica. Deve essere allontanata dallo Stato, deve essere punita”. Lo scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Fb. “Hanno remato contro il Paese nel momento più difficile. Hanno offeso la nostra bandiera, hanno offeso la memoria di chi non ce l’ha fatta. Hanno macchiato il nome dell’Italia nel mondo ed è giusto che paghino. Non possono e non devono passarla liscia”, ha detto Di Maio.

“Il sentiment è pesante, i cittadini dicono fuori i nomi . E penso che i cittadini debbono essere ascoltati” Così il presidente del Veneto, Luca Zaia il quale fa “appello a tutte le forze politiche: è fondamentale chiarire la vicenda, perchè viene meno la credibilità di tutta la classe dirigente. Se iniziamo a trincerarsi dietro alla privacy - ammette - non ne veniamo più fuori. E resta questo sospetto strisciante tra tutta la comunità, e mi metto nei panni dei cittadini che potrebbero avere il sospetto quando si trovano davanti un amministratore se questo è uno del bonus oppure no”, col pericolo poi che ci sia “una caccia all’untore”. “Non vorrei che con la scusa della privacy qualcuno scappa anche dalla ‘conta’. Non esprimo giudizi perchè ognuno avrà la sua giustificazione , le sue motivazioni”. Zaia fa sapere di aver “già chiesto ai consiglieri veneti di darmi un ragguaglio, e spero che in giornata abbia questo censimento, poi a cascata ci saranno gli altri amministratori. Ci mettiamo poco a fare una sorta di ‘me too’ al contrario. Nel mio partito il segretario è stato chiaro indicando la sospensione che apre uno scenario peggiore. La sospensione - spiega - è già un atto importante: si chiede di fare un passo a lato. E visto il fronte delle candidature, vuol dire perdere quel treno. Se fosse per me quella persona non la candiderei”.

“Nessun nostro parlamentare ha ricevuto il bonus. Le notizie di queste ore che affermano il contrario sono prive di fondamento. Sarà nostra cura difenderci in tutte le sedi da chi sostiene il contrario”. Lo annuncia all’Ansa il vicepresidente della Camera e presidente di Italia Viva Ettore Rosato.

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