Non nevica e il caldo ostacola l'utilizzo dei cannoni Scatta l'allarme per la stagione turistica sugli sci

di Andrea Bergamo

Certo non potrà essere fissato il numero chiuso per gli accessi alle piste da sci, ma per i giorni clou della stagione invernale il rischio più concreto è quello degli incolonnamenti, un po’ come avviene in autostrada. I cannoni per la produzione della neve artificiale lavorano a pieno ritmo per consentire l’apertura di un numero sempre maggiore di piste, settimana dopo settimana. Ma i complessi sciistici - inclusi Campiglio e Dolomiti Superski - per il momento rimangono aperti a metà. Tutta colpa della neve.

E sugli impianti per l'innevamento artificiale ci sono pareri discordanti, per esempio quelli del presidente Sat Claudio Bassetti, più cauto e dell'alpinista Reinhold Messner, più favorevole.

O meglio, dei fiocchi che pare non vogliano proprio scendere dal cielo. In questo primo scorcio di stagione gli sciatori non mancano a dire il vero, tanto che secondo quanto riferiscono i gestori, i numeri sembrano essere in linea con gli anni scorsi (l’inverno 2014-2015 non viene preso in considerazione, per via della sua anomalia).

«Tra Natale e Capodanno contiamo solitamente tra le 15 e le 16 mila presenze, mentre oggi siamo in grado di garantire una buona percorrenza delle piste innevate a circa 8.000 sciatori, non di più - riferisce Francesco Bosco, direttore delle funivie di Campiglio -. Il numero chiuso? Non è consentito dalla legge. Se una strada è eccessivamente trafficata, allora si creeranno delle code e non mancherà qualche disagio, e lo stesso vale per lo sci». Allo stato attuale, Bosco si definisce «moderatamente soddisfatto», ed entro Natale prevede l’apertura del collegamento con Folgarida-Marilleva. Nella giornata di oggi saranno aperte la «Nube d’argento» e la «Pradalago»: raggiungendo i 35 chilometri di piste su un totale di 60 chilometri.

«Grazie all’innevamento programmato, puntiamo a consentire l’accesso a un numero sempre maggiore di tracciati - aggiunge il direttore della stazione sciistica -. Dopo il ponte dell’Immacolata stiamo avendo più di 1.300 ingressi al giorno. Non sono preoccupato sull’andamento stagionale, quanto piuttosto per le prossime settimane. Non vogliamo disperarci eccessivamente, anche perché abbiamo un ottimo prodotto da offrire».

Anche il comprensorio sciistico del Dolomiti Superski è ad oggi «dimezzato», con 150 delle 300 piste percorribili fra Trentino, Sudtirolo e Bellunese: «L’innevamento programmato sta dando ottimi risultati, ma manca il panorama invernale» osserva Sandro Lazzari, presidente delle Funivie.

«I dati sono in linea con quelli di due anni fa, e speriamo che la situazione meteo cambi, dopo tre mesi di bel tempo» aggiunge Lazzari, secondo il quale la spesa energetica rappresenta per il bilancio aziendale degli ultimi anni «un costo fisso».

Il maggior investimento riguarda invece «il potenziamento degli impianti per poter intervenire tempestivamente nei periodi di freddo che si stanno accorciando sempre più» afferma. Nella «lista della spesa» andranno dunque inseriti nuovi bacini artificiali e il potenziamento delle tubature per gli impianti di produzione neve, per un «investimento importante».

Da Folgarida Marilleva, il direttore delle Funivie Cristian Gasperi fa sapere che il carosello sciistico solandro ha aperto 10 delle 36 piste: «Stiamo completando i vari tracciati centimetro dopo centimetro. L’innevamento artificiale è in funzione da giorni, ma il tempo ci fa dannare anche perché stenta ad arrivare il freddo annunciato da alcuni meteorologi.

In quota fa ancora troppo caldo, speriamo che per Natale ci sia finalmente una svolta. In realtà basterebbero 2-3 giorni di freddo per aprire il collegamento con Madonna di Campiglio. Sfruttiamo dunque ogni minuto utile per innevare al massimo lasciando i cannoni in stand by, con l’avvio automatico in caso di condizioni. Prima di fasciarmi la testa voglio aspettare la metà della prossima settimana.

Anche sul Bondone si guarda al cielo con grande speranza: «Non vogliamo pensare di perdere il momento che per noi rappresenta la vera vendemmia, nei periodi di Natale e Carnevale. Se la neve dovesse arrivare solo dopo le feste le perdite saranno difficilmente recuperabili» commenta Fulvio Rigotti, presidente della società Trento Funivie. «L’anno scorso avevamo chiuso il mese di dicembre con un meno 36%, mentre a fine stagione avevamo ridotto le perdite a un meno 6%. Per il momento siamo ad un meno 15%, se guardiamo al 2014».

Sul monte del capoluogo, in ogni caso, si guarda al futuro con ottimismo: «Nonostante sia aperto solo il 50% delle piste non stiamo ricevendo grandi disdette da parte degli stranieri che hanno prenotato». Così l’acqua destinata all’innevamento viene pompata per un dislivello di 1.400 metri: «L’anno scorso ci è costato 85mila euro in più».

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