Sat: «Preoccupante uso di montagne Buon governo non si misura in decibel»

«Il coraggio di saper dire dei “no”» è il titolo che il presidente della Sat trentina Claudio Bassetti ha dato a una lettera in cui si esprimono preoccupazioni per l’uso della montagna e del suo ambiente. E si lanciano provocazioni alla politica che governa.

Dopo il concerto del dj Bob Sinclar sul monte Spinale e la registrazione del video dei Bastard sons of Dioniso sulla cima Tosa, la Sat prende posizione e si schiera in difesa delle Dolomiti, «luoghi visti come spazi da usare, da consumare, da rendere simili a tanti altri, da sottomettere a logiche di un mercato che chiedono di stupire sempre di più, di inventare nuove suggestioni, di andare sempre oltre. - scrive Bassetti facendosi portavoce dell’associazione - La preoccupazione che coinvolge tutti noi, che cerchiamo di promuovere ed operare perché la montagna sia percorsa nel modo più discreto possibile, il meno invasivo, lasciando la traccia più leggera, è la caduta verticale di sensibilità verso queste cautele. Ci preoccupano oltremodo questi atteggiamenti che utilizzano la montagna e la sua frequentazione come una sorta di accessorio, che ha valore soltanto in quanto inquadratura per uno spot, o scenario per uno spettacolo».

E contro i sostenitori delle iniziative commerciali che sfruttano la montagna, la Sat continua: «È la perdita collettiva del significato di “bene comune” come ricchezza di tutti da conservare gelosamente, da custodire per poterla passare a chi verrà dopo di noi, a porre forti interrogativi. È l’incapacità di considerare il silenzio come un valore straordinario che la montagna restituisce ad una umanità sopraffatta dal rumore di fondo, dall’urlo quotidiano, da suoni invasivi che segnano ogni momento della vita collettiva e personale, a generare stupore».

«Dobbiamo scegliere cosa vogliamo: una mercificazione dei pezzi più pregiati della nostra terra trentina, oppure una gestione attenta, rispettosa, compatibile, lungimirante. È una sfida culturale e politica. Il buon governo - sottolineano - non si misura in decibel, o prestazioni insostenibili in quota, ma si sostanzia di buone pratiche, nel definire con chiarezza cosa si può e non si può fare, quanto investire in tutela del territorio e promozione di stili e modalità di frequentazione della montagna».

E poi le frecciatine agli amministratori: «L’autonomia si giustifica e si rafforza se siamo capaci di affermare quei principi e quelle scelte che hanno fatto del Trentino un esempio di qualità dell’ambiente, del paesaggio, della vita. Deve essere preoccupazione primaria di tutti, in particolare chi governa, la crescita in conoscenza, sensibilità e partecipazione, deve essere in tutti noi una coscienza civile di cosa significhi in termini di impegno e coerenza conservare i caratteri molto particolari, spesso unici, della nostra montagna. Occorre il coraggio di dire e affermare valori profondi. Occorre saper anche dire dei no».

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