Milano-Cortina, ambientalisti all'attacco «Olimpiadi: progetti pericolosi»

«Siamo pronti ad andare all’Unesco a presentare una denuncia contro i progetti e la gestione delle Dolomiti oggetto del riconoscimento». Luigi Casanova, storico ambientalista trentino, spiega così il passo futuro che le associazioni ambientaliste riunitesi ieri a Venezia hanno intenzione di fare.

Alla base della decisione c’è il documento relativo ai progetti che rischiano di creare ulteriore fragilità alle Dolomiti, comprese quelle dell’area trentina, in particolare per il progetto della Marmolada.

Nel documento si indicano anche alcuni progetti delle Olimpiadi invernali 2026 come pericolosi per l’ambiente dolomitico (come il collegamento tra passo Falzarego alla valle Badia attraverso Valparola. «Anche questo è chiaramente un progetto insostenibile dal punto di vista ambientale e naturalistico»), «rischia di perdere il riconoscimento dell’Unesco» sottolinea Casanova.

Nel dossier siglato da Mountain Wilderness, Amici Della Terra, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Federazione Pro Natura, Wwf, Federazione Protezionisti Sudtirolesi Dachverband, Lia Per Natura Y Usanzes, Peraltrestrade (Cadore), Ecoistituto Del Veneto Alex Langer si tratta il tema delle Dolomiti Unesco patrimonio dell’umanità.
E si mette sotto la lente una serie di progetti che vengono considerati pericolosi.

Tra gli areali a rischio viene inserita la Marmolada, accusando la Provincia che «sta cercando di imporre progetti di assalto funiviario alla Marmolada. Progetti orientati verso una concezione arcaica del turismo di massa, imperniato su un nuovo collegamento funiviario da Passo Fedaia al Sas Bianchet (quota 3050). Qualora venisse realizzato, questo progetto andrebbe a modificare la stessa struttura geomorfologica del versante Nord della Marmolada in direzione di Punta Rocca.

In alternativa i comuni di Canazei e Livinallongo sostengono un progetto di collegamento sciistico che da Arabba salirebbe a Porta Vescovo per poi scendere su versante valanghivo, che adduce al passo Fedaja e quindi risalire fino a sbancare ulteriormente la già devastata Punta Rocca, con l’inserimento di un nuova impattante stazione di arroccamento». La proposta di variante, «contrastata da tutto l’associazionismo ambientalista, è ora all’attenzione della Provincia».

Assieme alla Marmolada, gli areali inseriti come a rischio dal dossier sonoi Passo di Monte Croce Comelico – Padola; Serodoli (Brenta); Tofana; Latemar – Passo Feudo e Passo Costalunga; Latemar – Catinaccio; Monte Civetta e Valle Badia.

Tra i pericoli immediati si inseriscono poi anche le questioni e i progetti relativi a balconi panoramici, le Tre Cime di Lavaredo, i passi dolomitici, gli impianti obsoleti e il recupero degli alpeggi.

Le associazioni firmatarie lanciano un grido d’allarme: «La pressione delle convenienze politiche locali, non esenti da tentazioni mercantilistiche e demagogiche, ha spinto la Fondazione Unesco a ripiegare spesso su iniziative marginali, a volte al limite del folklore, costringendola nel contempo a non ribellarsi di fronte a disegni di sviluppo e fruizione oggettivamente in contrasto con il significato e gli scopi di un monumento» Unesco «Questa deriva va denunciata con fermezza, nella non utopica speranza di giungere ad imporre un saggio e strutturale cambiamento di rotta».

 

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