L'aquila mangia troppo e non riesce più a volare: soccorsa e liberata tre giorni dopo

Venerdì 17, giornata fortunata per uno splendido maschio adulto di aquila reale che ha riacquistato la libertà dopo alcuni giorni di cure presso il Centro Recupero Avifauna Selvatica di Trento gestito dalla Associazione LIPU. Ha dovuto smaltire una bella... indigestione.

Il rapace era infatti finito sotto le cure degli esperti della LIPU a causa di una singolare vicenda. L’aquila che si presume faccia parte della coppia che gravita tra Bondone e Stivo ha predato e mangiato completamente una gallina in un pollaio di Drena, poi inseguita dai proprietari del pollaio e non riuscendo più a volare a causa di leggere contusioni, ma soprattutto dal peso, è finita in un parcheggio, dove gli uomini della forestale di Riva capitanati dal Comandante Ezio Berteotti l’hanno catturata e consegnata ai responsabili Lipu,del Centro Recupero avifauna.

Trasportata presso la Clinica Animal Care di Trento, specializzata anche negli interventi sui volatili, sono stati fatti gli esami radiologici per escludere o confermare fratture, esami mirati del sangue per verificare la presenza di valori significativi di piombo nelle arterie (saturnismo).

Spiega Sergio Merz, Delegato LIPU e Direttore Centro Recupero Avifauna Selvatica di Trento: «Purtroppo una della cause di maggior mortalità nelle aquile è quella da avvelenamento da piombo, dovuto ad una alimentazione che il rapace fa su animali feriti o morti nell’attività venatoria e nei visceri che i cacciatori lasciano sul terreno dopo aver abbattuto la loro preda. Si potrebbe eliminare il problema se i cacciatori usassero munizioni in acciaio anzichè di piombo questo anche a vantaggio della loro salute.
Da quando facciamo questo tipo di indagini, tutte le aquile presentavano presenza di piombo nel sangue, una con valori elevati è morta lo scorso anno dopo 15 di giorni di ricovero».

Per fortuna in questo caso sia le radiografie che l’esito degli esami del sangue (ora si hanno in tre giorni) pur riscontrando presenza di piombo minima, hanno confermato che l’aquila non aveva gravi patologie; nel frattempo in 4 giorni aveva smaltito l’enorme e impressionante gozzo tanto che venerdì si è proceduto assieme alla stazione forestale di Riva alla sua liberazione in località Malga Campo.

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Courtesy: Sergio Merz - LIPU Trentino

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