Le favole della Negritella, una nonna trentina molto speciale

Lei è una nonna trentina, della val Rendena. E come tutte le nonne non vede l'ora di avere a casa il suo nipotino: a quel punto la lettura di una favola o di una storia è d'obbligo. «Quelle dei libricini per bambini non sono sempre belle, così, un po' per gioco, ho iniziato a raccontare delle storie legate alla mia infanzia, abbellendole e inserendoci quel pizzico di magia che piace tanto ai bambini». Così in quelle sere insieme al piccolo Raul, si trasforma nella «Negritella», una racconta favole speciale.

Negritella, «un fiore di montagna che mi è sempre piaciuto e poi è anche una canzone del Coro Stella Alpina di cui faceva parte mio papà», inizia così a scrivere le novelle. «Tutto è iniziato un po' per gioco, poi le mie amiche le hanno lette e mi hanno spinta a scrivere, a pubblicarle. Le storie sono legate alla mia valle, la Rendena, alla mia infanzia vissuta con mamma e papà che facevano i contadini e avevano una stalla». La signora della Rendena è un'insegnante in pensione: tanti anni come prof di educazione fisica, «ho sempre amato correre e nuotare», e, recentemente, anche una laurea in psicologia.

«Prima dell'Isef ero iscritta a psicologia a Padova, poi ho abbandonato e cambiato facoltà. Ma qualche anno fa ho ripreso a studiare e mi sono laureata». Intanto scrive: «Prima di tutto per me, poi per il nipotino e infine per chi ha piacere di leggere. Per me scrivere è rilassante». 

Ecco, di seguito, una delle sue novelle. Il nipotino la già apprezzata, ma se qualche altro bambino volesse godersela e farsela leggere, eccola. 

La bambina con le sgalbere. 

Queste storielle sono il frutto della mia memoria ricostruttiva. Secondo la teoria ricostruttiva la memoria consiste in un processo di ricostruzione del passato e il ricordo non è una copia fedele degli eventi ma una interpretazione e l'oblio e' dovuto alla trasformazione dei ricordi. Ricostruiamo i ricordi sulla base di schemi, conoscenze, stereotipi, aspettative , emozioni, esperienze, trasferimenti inconsci. La vita può essere una favola, raccontiamola. C'era una volta una vispa bambinetta che abitava in un paesino di una verde valle del Trentino. Nora, così si chiamava la bambina,aveva due treccine bionde corte corte. Era molto vivace e curiosa , amava correre felice sul grande prato che circondava la sua casa e arrampicarsi sui numerosi alberi da frutto. Il prato finiva ai piedi di un grande pendio, alla sommità' del quale Nora e amichette si sdraiavano supine , braccia lungo i fianchi e si lasciavano rotolare lungo il pendio; era il gioco dei salami rotolanti e le bambine si divertivano moltissimo. La famiglia di Nora aveva una piccola fattoria con diversi animali : mucche, vitellini, due maiali e numerosi gatti. Il giorno del compleanno di Nora arrivò' in visita la zia Maria; era una donna alta con i vestiti lunghi, aveva uno scialletto con le rose rosse sulle spalle. Portava come orecchini due grandi anelli sottili. La zia faceva un po' di soggezione a Nora . Zia Maria aveva una borsa di pezza e come maniglie due grandi cerchi di metallo. La zia tiro' fuori dalla borsa un pacchettino per Nora.

Ecco il tuo regalo disse. Nora aprì con grande curiosità' il pacchettino e....che sorpresa ...un paio di sgalbere. (Le sgalbere sono scarponcini con la suola di legno, la tomaia di cuoio , allacciate sul davanti.). Nora non le aveva mai viste, anzi, ci pensò un poco e riaffiorò alla sua memoria la fotografia sul comò della camera della mamma e corse a rimirarla. Era la fotografia della Prima Comunione di Pietro e Toni i suoi cari cuginetti. Sembravano due angioletti, le mani giunte, lo sguardo al cielo, la pettinatura con la riga in parte; i pantaloni un po’ troppo corti lasciavano intravvedere le loro calzature . Erano le sgalbere, nere, lucidate a festa, abbellite dalle borchie luccicanti inserite con precisione tutt’attorno alla suola di legno. Nora fu presa da una grande felicità e non vedeva l’ora di mostrarle alla sua amica Michela. Le indosso' subito, scese di corsa le scale e comincio' a correre sul prato. Si sentiva un po' strana con quelle scarpe nuove ma voleva sperimentarle e poi mostrarle alla sua amica del cuore. Così si diresse verso il giardino di Michela. Correndo passo' davanti al cespuglio di lillà', prosegui sotto l'albero delle mele di S. Lorenzo ( le avevano chiamate così perché' maturavano a S. Lorenzo. ) finalmente arrivò' alla staccionata che delimitava il giardino; spinse lateralmente le due asticelle della staccionata che loro due avevamo appositamente staccato sul fondo e passo' attraverso il varco. Michela era la' che giocava con il ulaop, ed esattamente faceva il giro attorno alla fontanella delle anatre ulaoppando. In modo regale! Che brava, Nora la ammirava molto. Lei non riusciva a fare roteare quel cerchio attorno alla vita. Ogni volta che ci provava , al primo ancheggiare l'hoola hoop si schiantava al suolo! Che belle scarpe che hai, disse.

Michela, e' la prima volta che le vedo, si disse Nora sono nuove, si chiamano sgalbere! Michela, entusiasta delle sgalbere volle subito provarle e cominciò a correre attorno alla fontanella. Improvvisamente le sgalbere , con la suola di legno, la fecero scivolare sull’erba bagnata e Michela finì nella fontana delle anatre! Splash! Le anatre scapparono via dalla fontana starnazzando mentre Michela rideva felice accennando qualche bracciata di nuoto. Era un caldo pomeriggio estivo. Il giardino di Michela era un posto magico per Nora. La fontana circolare delle anatre si incuneava nel suolo, dal centro spuntava un’asticella dalla quale fuoriusciva uno zampillo. Sul lato sinistro del giardino c'era la casetta delle tortore con il balconcino in alto dal quale andavano e venivano facendo quello strano verso … turr turr turr. Sul lato destro troneggiava un maestoso ciliegio all'ombra del quale faceva mostra di sé un grande tavolo di legno grezzo attorniato da due enormi panche. Quello era l'angolo dove Nora e Michela consumavano le gustose merende che la mamma di Michela preparava. Il giardino di Michela era il più' bello del mondo pensava Nora tornando a malincuore a casa sua, avrebbe voluto rimanere là tutto il giorno! 

La Negritella      

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