Inflazione, media nazionale +0,6 ma in Trentino e Alto Adige di più: rincari per viaggi, patate e insalata

L'inflazione nell'anno appena trascorso è salita appena dello 0,6%, a ritmo dimezzato, rispetto all'anno prima. Ma dietro il tasso medio c'è un'infinità di prodotti e servizi che hanno messo a segno decisi rincari e forti cali. I prezzi della verdura per esempio sono aumentati del 4,7%, con l'insalata che è schizzata del 6,1% e le patate del 7,2%. E' costato anche di più prendere un treno (+7%) o un aereo diretto in una città europea (+6,2%). In netto calo invece le tariffe delle connessioni internet (-15,1%), i prezzi dei tablet e dei computer portatili (-8%). E' quanto emerge dai dati riportati nella banca dati dell'Istat, aggiornata dopo la diffusione della rilevazione definitiva sull'inflazione per il 2019.

E da noi? «A livello territoriale le differenze sono enormi. Il Trentino Alto Adige è la regione dove l’inflazione più alta nel 2019 ha avuto un impatto maggiore sulle tasche delle famiglie, mentre la Sardegna è quella dove i prezzi sono cresciuti meno. Al punto che una famiglia residente in Trentino ha speso lo scorso anno 224 euro in più a causa dell’inflazione rispetto ad una famiglia residente in Sardegna».

Lo afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, commentando in dati definitivi diffusi oggi dall’Istat.
Nel 2019 l’inflazione media allo 0,6% è costata ad una famiglia tipo +185 euro su base annua, mentre un nucleo con due figli, per effetto dell’aumento dei prezzi, ha speso +243 euro su base annua. Se si considera la spesa per consumi delle famiglie registrata dall’Istat (e non solo un ristretto paniere di beni e servizi come fa erroneamente un’altra associazione che diffonde numeri inesatti) la famiglia «tipo» italiana nel 2019 ha pagato in media 185 euro in più per l’acquisto di beni e servizi: a parità di consumi per la spesa alimentare (Prodotti alimentari e bevande analcoliche), la cui inflazione rallenta al +0,8%, si è speso lo scorso anno appena 44 euro in più (+61 euro un nucleo con due figli).

«Il dimezzamento dell’inflazione è dovuto alla grave crisi dei consumi da parte delle famiglie. Se i cittadini non comprano, i prezzi rimangono fermi, con effetti negativi sul lungo termine», conclude Rienzi.


   

 

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