Lavorare da casa: consigli per non inselvatichirsi

Dopo una prima fase di stordimento e choc per quanto ci sta accadendo con la pandemia del coronavirus, cominciamo a prendere le misure con questa che è, almeno per ora, stando in buona e controllata salute, la nostra nuova normalità: la casa al centro di tutto e non più tetto familiare dove magari ritrovarsi insieme solo a fine giornata, ma luogo di lavoro, di scuola, di palestra, cinema e così via.

Non è facile ma non abbiamo scelta, dobbiamo restare a casa e da lì fare tutto, andando avanti fin quando usciremo dall'emergenza. In questi ultimi giorni, dopo aver cantato dai balconi per comunicare che siamo tutti vicini anche se distanti, dopo aver chiamato parenti prossimi e lontani, fatto dolci e pasta fatta in casa a giorni alterni (e dunque messo su chili) realizziamo che il lavoro è una cosa seria e non può fermarsi. Dunque i meeting, le video conferenze via zoom impazzano e così le videochiamate tra gli uffici e i clienti. Con la conseguenza che bisogna essere organizzati negli spazi e presentabili, in buona sostanza stiamo correndo ai ripari per non inselvatichirci.
Qualcuno va avanti con un trucchetto: camicia e giacca e sotto il pigiama. è una idea ma certo un po' tragicomica, meglio vestirsi come facevano gli americani anni fa lanciando la moda del casual friday , ossia il look del venerdì quello in cui, tolta la giacca si poteva andare in ufficio con t shirt e pullover e sotto indossare jeans o pantaloni casual.
Ecco la nostra routine lavorativa, dal punto di vista dell'outfit, può ispirarsi a questo: una bella maglia e un paio di pantaloni comodi risulteranno più adeguati ai tempi di una giacca gessata o di un tutone felpato, una bella via di mezzo. C'è il rischio Cast Away, purtroppo è così: come Tom Hanks naufrago nel Pacifico, con barbieri chiusi, parrucchieri ed estetisti serrati ci specchiamo e vediamo barbe incolte una volta curate al millimetro con maniacalità hipster, capelli arruffati, ricrescite a vista come neanche Madonna di Like a virgin negli anni '80 (comunque aveva inventato lo shatush e non l'abbiamo ringraziata abbastanza), per non parlare dei peli superflui che grazie a dio nelle riunioni in chat non vengono inquadrati.
I parrucchieri sono corsi ai ripari con Sos ai clienti: c'è chi manda a casa kit con le istruzioni per il ritocco del preciso colore come quando si fa nel salone, chi realizza tutorial spiegando come fare a spennellare la cute, chi si filma mentre si fa la messa in piega teleguidando le persone. In realtà un po' di selvaggio fa bene: disintossica i capelli dallo stress di lavaggi frequenti, prodotti, eccessivi colpi di phon e di piastra poi si possono usare trucchetti come cambiare la riga, farsi una bella coda alta o bassa o raccoglierli a chignon, importante è essere oltre che sembrare curate e in ordine. Un make up leggero poi non guasta e ci protegge allo sguardo degli altri e ci da sicurezza.

Quanto agli spazi, a parte i fortunati che hanno una stanza, uno studio tutto per loro, bisogna organizzarsi al meglio: delimitare un posto che sia proprio 'l'ufficio a casa' con computer, una lampada ad illuminare, un luogo anche microscopico che ci faccia mentalmente considerare in una postazione di ufficio perchè così subito siamo aiutati a dare il meglio, a concentrarsi. Non sempre è possibile e se i bambini, magari piccoli, che abbiamo intorno irrompono chiamandoci nel bel pezzo di una video riunione, pazienza, gli interlocutori capiranno e sorrideranno sapendo che può accadere anche a loro, ma certo evitiamo se si può. Più importante è lo sfondo di questi incontri visto che possiamo essere inquadrati non è il massimo vedere la testata del letto alle nostre spalle o la cappa di una cucina, meglio qualcosa di più neutrale o una libreria ricolma che fa sempre la sua figura.

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