Rifugi, le nuove architetture che "scalano" l'Alto Adige

di Fabrizio Torchio

Il nuovo Rifugio al Sasso Nero (Schwarzensteinhütte) in Valle Aurina, a 3026 metri, un esagono affusolato ricoperto di rame, ha vinto un premio speciale al concorso internazionale «Dedalo Minosse». E il Rifugio Ponte di Ghiaccio, Edelrauthütte, a 2545 metri, si è aggiudicato l’Iconic Award 2019 del Rat für Formgebung.

Fanno parte dei 25 rifugi consegnati alla Provincia di Bolzano dal Club Alpino Italiano nel 2010,  e sono due esempi concreti dell’architettura contemporanea adattata ad ambienti di alta montagna. Non resteranno i soli. Il Rifugio Pio XI (Weisskugelhütte) a Curon di Venosta in Valle Lunga, a 2.660 metri di altezza, è il terzo rifugio in fase di progettazione per un uso estivo ed invernale mentre per il nuovo Rifugio Petrarca (Stettinerhütte) fra la Val di Fosse e la Val Passiria a metri 2875, distrutto da una valanga nel 2014, si è in fase di appalto dei lavori.

 «La Provincia di Bolzano crede nell’architettura contemporanea e, grazie ai concorsi di progettazione, contribuisce alla diffusione di un modello del costruire innovativo e di qualità che contribuisce a trasformare il territorio attestandosi quale esempio virtuoso dell’incontro fra architetti e committenza pubblica, motore di innovazione e attenzione alla sostenibilità ambientale», afferma l’assessore provinciale all’edilizia pubblica Massimo Bessone (nella foto).

Assessore, questa filosofia riguarda anche gli altri rifugi della Provincia?

«Certo, nel rispetto dell’ambiente vogliamo fare qualcosa di innovativo, di moderno, ma che si possa inserire bene nel contesto in cui è e in modo sostenibile. Cercheremo di utilizzare materiali presenti in loco, dipenderà dall’altitudine e dal contesto».

Le valutazioni dei frequentatori, al Sasso Nero e al Ponte di Ghiaccio sono state positive?

«Sono aumentati tantissimo gli arrivi delle persone, per curiosità, per vedere i nuovi rifugi che sono stati anche premiati. Il Sasso Nero è bellissimo da vedere, tutto rivestito in rame, materiale che fa parte della tradizione della Valle Aurina. Non sempre la gente è pronta alle innovazioni e si è discusso molto, di recente ad esempio sul prisma di cristallo che volevano costruire a Nova Levante. Come Giunta abbiamo deciso di fare un rifugio più innovativo mantenendo determinati standard».

Cosa prevede il piano sui rifugi della Provincia di Bolzano?

È stata fatta un analisi tecnica delle costruzioni ed è risultato che 16 rifugi erano in buono stato, 6 in stato discreto e 3 in stato scadente. Per motivi tecnici, statici, la Provincia ha deciso per questi tre di procedere con la demolizione e ricostruzione: Sasso Nero, Ponte di Ghiaccio e Pio XI. Per selezionare i progetti sono stati organizzati tre concorsi di progettazione nel 2012 e per selezionare il vincitore la commissione di 7 membri ha valutato le proposte secondo questi criteri: qualità architettonica e integrazione nel paesaggio, qualità funzionale, economicità nella realizzazione, manutenzione ed esercizio».

Marina Albertoni, dirigente della Ripartizione edilizia pubblica della Provincia, ricorda che quello sull’architettura contemporanea in quota è stato un dibattito molto sentito dalla popolazione, e spiega che per 15 rifugi c’è un primo lotto di 9 per i quali la progettazione è avviata e in parte conclusa: Cima Libera, Biasi al Bicchiere, Vedretta Pendente, Giogo Lungo, Comici, Vicenza, Nino Corsi, Città di Milano, Plan. Per altri 7 rifugi sarà avviata la progettazione.

Ecco come sono (e saranno) i nuovi rifugi

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