Sci, ecco le norme per riaprire a Natale proposte a Roma dagli enti locali Ma il ministro Speranza ha già detto no

La Conferenza delle Regioni e Province autonome rilancia sulla necessità di trovare una formula per riaprire in sicurezza le piste da sci in vista delle vacanze natalizie.

Il comparto, già in sofferenza, raccoglie nel periodo natalizio circa un terzo dei ricavi stagionali, sia nelle attività direttamente connesse con lo sci sia in tutte quelle dell'indotto, da bar e ristoranti agli alberghi o altri servizi connessi col turismo invernale.

Per evitare un prolungato blackout, la Conferenza ha elaborato una ipotesi di linee guida anti-covid: un pacchetto da sottoporre all'attenzione del governo (dal quale peraltro è arrivato un no preventivo per bocca del ministro della salute, Roberto Speranza).

Fra le regole ipotizzate per riaprire, solo nelle zone gialle e arancioni, l'obbligo della mascherina chirurgica, la riduzione del 50% della capienza massima in funivie e cabinovie, un  tetto massimo di skipass giornalieri, l'acquisto on-line di biglietti per evitare le code e il relax al bar après ski solo con posti a sedere.

Un "contributo propositivo" al governo, "per non compromettere la stagione sciistica e per non creare un danno irreversibile all'economia della montagna dei nostri territori", dice il vicepresidente della Conferenza, il governatore ligure Giovanni Toti, dopo l'approvazione da parte dei presidenti delle linee guida sullo sci.

L'auspicio, prosegue Toti, "è che , come accaduto in precedenza, il governo voglia condividere con le Regioni i necessari approfondimenti sul piano della collaborazione istituzionale nell'interesse dei cittadini, del tessuto socioeconomico del Paese e nel rispetto delle necessarie regole di prevenzione".  

In Svizzera si sta cercando di riavviare la stagione utilizzando un protocollo di sicurezza, in Francia e in Germania la questione è al centro delle valutazioni in questi giorni. Roma vorrebbe coinvolgere i Paesi alpini in un'intesa per una sospensione concordata delle attività fin dopo le festività. Ma lobiettivo potrebbe rivelarsi assai arduo da raggiungere.

Anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, intervenendo a Rai News24, invita piuttosto a una ripartenza strettamente sorvegliata: "Per lo sci invernale possiamo trovare un punto di equilibrio, come stanno facendo in altri Paesi. È uno sport e lo si può praticare in sicurezza. Si potrebbe consentire l'attività sciistica, lasciando chiusi bar e ristoranti. È una strada che dobbiamo percorrere insieme al governo.

Come sempre, bisogna cercare soluzioni di buon senso, verificare se esiste la possibilità di permettere alle attività sciistiche di funzionare pur nel rispetto, prioritario, delle condizioni di salute".

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