Il turismo del piatto tipico: lo sviluppo rurale secondo Slow Food

ALTIPIANI CIMBRI - Il tema è di quelli che ti fanno sobbalzare sulla sedia: ci sarà futuro per la montagna? I piccoli centri montani soffrono lo spopolamento, l'avanzare disordinato del bosco che soppianta pascoli e prati, il lavoro che non c'è ed una crisi d'identità attorcigliano le terre alte rubando spesso a loro il respiro. L'iniziativa promossa dalla condotta Slow Food Valle dell'Adige Alto Garda insieme a Slow Food per lo Sviluppo Agroculturale degli Altipiani Cimbri e con il patrocinio della Provincia apre un seminario su questo problema che è attuale. Si cercano rimedi, forme che possano raccogliere il futuro di questi luoghi. L'incrocio di esperienze diverse, di visioni diverse in un'ottica di gestione del territorio, dell'ambiente, ben sapendo che sono questi i cardini su cui agire ed investire. In collegamento con Santo Stefano di Sessanio, in Abruzzo, Tommaso Martini, portavoce della condotta Slow Food Valle dell'Adige Alto Garda, è entrato bussando nell'azienda di Ettore Ciarrocca, titolare dell'omonima impresa agricola, partendo dalla «Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio», presidio Slow Food dal 2005. «Noi abbiamo il porro di Nosellari che potrebbe aprirci insieme ad altri prodotti locali la strada della rivalutazione delle coltivazioni. - intercala Graziella Bernardini, responsabile Slow Food degli Altipiani Cimbri - Abbiamo ascoltato la storia di piccole località dell'Abruzzo (sopra i 1200 metri ) che in vent'anni hanno creato delle eccellenze, quali la lenticchia, ma anche un attrazione turistica legata alla semplicità dei luoghi, essendo tra i primi esempi di "albergo diffuso" in Italia. La nostra idea di fare questo nell'Oltresommo non è poi sbagliata e dovrebbe essere sostenuta. Mantenere il tradizionale, sostenere quello che è sostenibile senza l'utilizzo di elementi chimici ma usando la tecnica del "sovescio" per nutrire la terra. Impostare un economia circolare, difficile all'inizio da attivare ma poi sarà un volano di sviluppo per tutti ed un marchio per una terra».Il turismo poi, fenomeno indispensabile per sopravvivere si incrementerà, sarà un turismo soft, legato alla cultura, alla storia, alle tradizioni ed ai prodotti genuini. «Abbiamo osservato come ci accomunano svariati problemi, la dimensione delle comunità, che anche sugli Altipiani Cimbri, nelle numerosissime frazioni, raggiungono numeri esigui di abitanti, per lo più anziani, lo spopolamento, la vita in montagna come scelta, il difficile rapporto con la fauna selvatica. La montagna è questa è vita, ma è anche fatica, solo con il coraggio e con le scelte giuste si riprenderà. Diventa allora naturale porsi la domanda cosa significa difendere l'ambiente e subito emerge la dicotomia tra ambientalismo cittadino e ambiente reale. Cosa vuol dire "presidiare" la montagna».

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