L'amicizia non è uno scudo antivirus: i 47 contagi a una festa in val di Cembra

Che i comportamenti individuali e collettivi sono la chiave per fermare l'epidemia di covid-19 è noto.

Tuttavia capita purtroppo spesso e nei contesti più diversi che non si adottino le misure semplici e a portata di tutti per contrastare le catene dei contagi.

Può capitare fra amici che non fanno abbastanza attenzione, quasi che l'essere sodali potesse rappresentare un'assicurazione contro il contagio reciproco.
Può capitare in aziende che colpevolmente non fanno lavorare in sicurezza i propri dipendenti oppure non ricorrono al telelavoro nemmeno laddove questa modalità è facilmente utilizzabile e senza alcun problema produttivo (anzi, come si sa, spesso da casa si è più prolifici, oltre che più sicuri, perché si hanno meno distrazioni ambientali rispetto all'ufficio).

A testimonianza di un contesto sanitario che può sfuggire di mano a causa del venire meno delle misure di prevenzione e di quei gesti barriera basilari destinati a proteggerci, c'è anche una vicenda trentina che riguarda una festa di laurea avvenuta in valle di Cembra e alla quale le autorità sanitarie provinciali fanno risalire ora ben 47 contagi.

In seguito a un evento durante il quale evidentemente le precauzioni erano insufficienti, secondo gli epidemiologi del'Apss che ieri hanno illustrato la vicenda si è favorita la diffusione del virus anche attraverso contagi secondari e terziari, compresi quelli in famiglia, che in un caso hanno portato anche alla necessità di un ricovero di una persona anziana. Dei 47 casi finora rilevati (ma si teme se ne possano aggiungere altri) molti sono residenti in valle.

Solo ieri a Cembra-Lisignago si sono registrati 10 nuovi casi e gli attuali positivi sono saliti a quota 25.

Ma Cembra non è l'unico paese ad aver registrato in valle un aumemento di casi: 16 le persone attualmente i positive a Giovo e 4 ad Altavalle.

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