Lockdown e altre restrizioni: il disagio sociale si misura nell'aumento dell'abuso di alcol e droga

di Matthias Pfaender

Abuso di alcol, uso di sostanze stupefacenti ed auto-isolamento grave. Sono tre pericolosi effetti che il lockdown ed il perdurare delle limitazioni alla socialità ed all'economia dovuti all'emergenza Covid causano nella comunità roveretana. Uno scenario tanto più critico perché tocca in particolarmente i deboli: giovani, soggetti con passati di dipendenza, anziani soli. E sul fronte dell'abuso di alcol un dato preoccupa gli addetti ai lavori: sempre più le donne che chiedono aiuto per smettere con la bottiglia.

Rovereto si scopre non diversa dal resto d'Italia. Era il giugno scorso quando l'Istituto superiore di sanità sottolineava come su base nazionale le vendite on-line di bevande alcoliche facessero registrare incrementi tra il 180 e il 250%.

Nello stato di ansia, insicurezza e depressione indotta dal Covid l'alcol è stato per tanti lo psicofarmaco più facile e vicino. Una "soluzione" autodistruttiva che oggi fa pagare il conto.

«Purtroppo i nostri centri in città e in Provincia sono chiusi - spiega Franco, coordinatore cittadino degli Alcolisti Anonimi - e quindi quel po' che possiamo lo facciamo per telefono (il numero del gruppo è il 334.1888043, ndr ).

Sempre più le donne, di solito giovani, sui 30 anni, a contattarci. Tutte iniziano dicendo: "Non credo di essere un'alcolista ma sto abusando dell'alcol". Ma noi non siamo terapisti o assistenti sociali. Quello che facciamo è coinvolgere i nostri amici nel percorso dei 12 passi, ma per farlo serve essere in presenza, in gruppo».

Oltre le donne, i ragazzini. Giovani e giovanissimi, dai 14 anni in su. Il Covid li ha privati della scuola e della socialità. Tanti si sono autorinchiusi in casa, senza amici o contatti. Tanti altri sono caduti nella tentazione dell'alcol o delle sostanze. Fenomeno che ha portato anche a Rovereto la creazione di aree di spaccio conclamate.

«Sì, è vero - conferma l'assessore alle Politiche sociali Mauro Previdi -. E i posti in cui si vende e consumano droghe sono ben noti: nel parcheggio del Conad su Corso Rosmini, ai giardini Santa Maria, allo skate park a San Giorgio, in vicolo Parolari, anche al parco Tobia su viale Trento. I report della Polizia Locale sono numerosi: in quei posti si spaccia e ci si droga».

«Vandalismo, consumo di alcol e stupefacenti, auto-isolamento in casa. È naturale assistere a queste forti dimostrazioni di disagio da parte dei giovani - spiega Fabiano Lorandi di Girella onlus, che si occupa di seguire ragazzi problematici nelle due sedi, al Brione e in via Dante -. È un dato che non mi stupisce ma mi preoccupa moltissimo. Perché rimanda ad una dimensione di povertà educativa sempre più grave ed estesa, e perché è indubbio che siano fortemente aumentati negli ultimi mesi. Sono ragazzi cui è stata tolta in una fase critica del loro percorso di crescita la possibilità di relazionarsi con i coetanei: niente scuola, niente sport, niente oratorio, niente feste od eventi. Di fronte a questi giovani, che si sentono spaventati e smarriti, che si vedono sottrarre il loro futuro ed annullare il loro presente, i soggetti educanti (genitori, insegnanti, formatori, educatori) devono fare squadra ed imboccare un percorso di ridefinizione del rapporto coi giovani, nella cornice di una rinnovata "comunità educante" che faccia propri patti educativi condivisi ed integrati, sulla base di co-progettazione e corresponsabilità di azioni. In questa prospettiva la recente riapertura delle scuole superiori è un'occasione formidabile».

Ma spetta al Comune il compito ultimo di fare sintesi delle azioni sul territorio per aiutare i ragazzi travolti dall'emergenza Covid e sostenere le progettualità di scuole, parrocchie, gruppi, associazioni ed onlus. Per questo l'assessore Previdi presenterà oggi alla giunta comunale l'intenzione di aderire ad un bando statale emanato dal dipartimento politiche della famiglia dal nome "Educare insieme". Il governo Conte ha stanziato dieci milioni di euro per «iniziative per il contrasto della povertà educativa, delle disuguaglianze e i divari socio-economici sulle persone di minore età, acuiti dalla pandemia da Covid-19». «Il nostro obiettivo - spiegano dalle politiche sociali di Palazzo Pretorio - è puntare sull'"educativa di strada"». Si tratta di una forma di intervento educativo inedito per Rovereto, che si realizza in strada, nei luoghi di ritrovo della quotidianità dei ragazzi a rischio (appunto, nelle aree di spaccio e consumo di stupefacenti).

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