Lo stop dei servizi Google L'esperto: una scelta contro attacchi a siti istituzionali

Un malfunzionamento sta interessando i servizi di Google su scala globale.

Il sito downdetector.com mostra decine di migliaia di segnalazioni per il browser, la posta di Gmail, la videochat di Google Meet e Google Classroom, nonché Google Drive e YouTube.

 Molte sono le segnalazioni provenienti dall'Europa, anche per via del fuso orario, ma non mancano quelle in Usa e in Asia. Diversi anche i messaggi lasciati dagli utenti su Twitter con hashtag #googledown.
 
«L’indisponibilità dei servizi di autenticazione di Google di oggi,  ha causato un outage durato circa 90 minuti a livello mondiale, e potrebbe essere collegato a misure di prevenzione e protezione messe in atto dall’azienda alla luce dell’attacco recentemente scoperto da parte di uno stato verso decine di importanti realtà a livello mondiale ed Usa in particolare».
 
È il parere di Andrea Zapparoili Manzoni, esperto di offensive security e cyber defense. Nelle ultime ore diverse agenzie federali statunitensi sono state prese di mira da pirati informatici legati a un governo straniero, ci sono sospetti sulla Russia.
 
L’attacco a cui fa rifermento l’esperto «va avanti dagli inizi dell’estate 2020, è molto complesso e sofisticato ed è preliminarmente attribuito al gruppo ‘Cozy Bear’ o APT29», lo stesso gruppo di hacker presumibilmente russi che si ritiene abbia orchestrato una violazione della società di sicurezza informatica FireEye con sede negli Stati Uniti pochi giorni fa, portando al furto di alcuni strumenti informatici sensibili, «ma le analisi pubbliche in merito sono ancora abbastanza confuse e frammentarie, aggiunge Zapparoli Manzoni. Il gruppo di hacker sarebbe lo stesso su cui hanno lanciato una allerta a inizio estate le agenzie governative di sicurezza inglesi e americane, perché avrebbe cercato di rubare informazioni sul vaccino contro il coronavirus.
 
Quello che può essere accaduto è che il livello altissimo di allerta scatenato dall’attacco di APT29 - spiega - abbia portato Google a rivedere la sicurezza dei propri sistemi, ed eventualmente a farli ripartire dopo opportune verifiche e l’applicazione di contromisure ad hoc, con il risultato di creare qualche disservizio agli utenti. Se questo scenario fosse verificato avremmo una ulteriore conferma della fragilità del sistema, che si basa per il suo buon funzionamento sull’assunto che non vi sia conflittualità nel cyberspazio, cosa purtroppo inevitabile e sempre più diffusa», conclude Zapparoli Manzoni.
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