Mvt: il campione trentino di sempre Terza sfida: Merli vs Tomasi Votate il vostro atleta del cuore

 

 

Prosegue la sfida di "Mvt - Il campione trentino di tutti i tempi", con un duello inedito, quello tra il rombante Christian Merli, campione italiano di rally, pista e cronoscalate, e l'arciera olimpionica Jessica Tomasi, per stabilire quali saranno gli atleti che supereranno il primo turno e accedere ai sedicesimi di finale.

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Christian Merli. L’Osella FA 30 Zytek di Christian Merli è parcheggiata nella sua officina. Il campione europeo lavora alla sua monoposto sport per affinarne le prestazioni pur non sapendo quando inizierà la stagione. È pilota eclettico: rally, pista e cronoscalate, dove ha conquistato 65 vittorie in carriera. Nel 2018, l’anno perfetto, ha vinto sia il titolo di Campione Europeo, quello di Campione italiano assoluto, il Fia Hill Climb Master a Gubbio e la Trento - Bondone. Ben undici record sui vari tracciati in ventuno gare e quattordici vittorie.

Christian, com’è nata la passione per i motori? «Giovanissimo, smontavo e sistemavo il motorino. Frequentavo l’Officina Tosini in Piazza Centa, dove preparavano le macchine per le manifestazioni sportive. Appena presa la patente, per me, guidare era fantastico. In quel periodo era stata ripresa la Trento - Bondone. Ero in sofferenza nel vedere gli altri piloti all’opera e volevo provare, pur avendo una grossa passione per i rally».
La prima gara?  «Alla Levico - Vetriolo nel ‘93 con la Peugeot 205 N 1600. Pensa, sono partito da casa con la macchina da gara e le gomme slick nel bagagliaio. L’emozione alle stelle quando indossavo la tuta ed il casco. Ma la macchina non era al top. Fiacca. Comunque arrivai in cima. Ero deluso, perché volevo fare meglio».
Chi era il tuo idolo, per chi tifavi a quel tempo? «Nell’ambiente delle salite non conoscevo nessuno. Mi piaceva moltissimo Ayrton Senna, m’ha colpito la fama di Attilio Bettega ed ho iniziato a seguire le imprese di Renato Travaglia».
Che sport pratica, quando non corre? «In inverno sci alpinismo e nella bella stagione mountain bike».
La soddisfazione maggiore della carriera? «Sicuramente l’annata 2018, dove ho vinto il Campionato Europeo, il Tricolore, il Fia Hill Climb Master a Gubbio e la vittoria in Bondone, dove all’arrivo c’era ad attendermi Antonio Zadra, l’ultimo trentino che aveva vinto la gara di casa nel 1970. Vedi, sono partito da zero ed ho superato tante difficoltà e delusioni. A fine stagione ho ripensato a tutti i sacrifici fatti. Magnifico».
C’è stato mai un momento in cui voleva smettere? Una grossa delusione? «Nel 2017, alla penultima gara del Campionato Europeo in Slovenia. Per vincere il titolo, mi bastava arrivare al traguardo. In Gara 2, alla partenza s’è spento il motore e non sono riuscito a farlo ripartire. Ho chiamato il tecnico motorista, ma un commissario inflessibile mi disse che non poteva toccare la mia Osella e che il tempo era scaduto. Ero l’ultimo a partire, ma mi obbligò a spostare la macchina e tornate al box. Ero frastornato. Un momento terribile». Quale sogno vorrebbe realizzare? «Mi piacerebbe partecipare alla cronoscalata alla Pikes Peak in Colorado. Start a quota 2,862 metri ed arrivo, dopo una ventina di chilometri a 4.300 metri. Oppure prender parte ad un rally con validità mondiale».

Jessica Tomasi. Fare centro nella vita e nello sport non è mai facile, ma quando si raccolgono tre titoli Mondiali, quattro Europei e una partecipazione olimpica, con ben 36 titoli tricolori, allora le tue «frecce» hanno davvero raggiunto l’obiettivo sperato. La minuta arciera pinetana Jessica Tomasi, alta poco più di 152 cm, è una delle poche protagoniste del mondo del tiro con l’arco ad aver centrato titoli e soddisfazioni internazionali sia nella disciplina «targa» (l’unica olimpica) sia nel tiro di campagna (o hunter-field) con i bersagli disseminati nel cuore della natura. «Ho iniziato a gareggiare a 10 anni nel 1996 con la Compagnia Arcieri Altopiano di Pinè e l’allenatore Aldo Maccarinelli, raccogliendo le prime soddisfazioni vincendo le fasi nazionali dei Giochi della Gioventù - spiega Jessica Tomasi - mi sono cimentata sempre nell’arco olimpico e questo mi ha consentito di dare il meglio sia nelle gare classiche (targa) sia nel tiro di campagna, dove si gareggia su distanze, dislivelli e sagome diverse e collocate in scenari naturali davvero unici». Jessica Tomasi è giunta sino al 22° posto del Ranking Internazionale (2010), e ora è tra le migliori 50 atlete al mondo. «La qualificazione olimpica a Londra 2012 è stata la soddisfazione più grande: un obiettivo inseguito sin da giovanissima e giunta dopo un biennio di alto livello - precisa l’arciere pinetana - un posto speciale merita l’oro ottenuto ai Mondiali Targa di Torino 2011 battendo le invincibili coreane con Guendalina Sartori e Natalia Valeeva, un’atleta che per me è stata un grande esempio ed un’amica in tante trasferte». Non solo frecce e bersagli nella vita sportiva di Jessica Tomasi. «Ho mosso i primi passi con il pattinaggio artistico nella società locale dell’Artistico Ghiaccio Piné - racconta Jessica - per staccare mi concedo lunghi giri in bicicletta e mi piace tanto lo sci di fondo: ho partecipato a due Marcialonga tra tanti “bisonti” ed appassionati». In oltre 15 anni di gare internazionali anche qualche stop e infortunio. «La vita come lo sport è fatta di alti e bassi, spesso di deve avere la forza di rialzarsi e superare momenti difficili - conferma Jessica Tomasi - purtroppo un grave infortunio alla spalla mi ha impedito di puntare alle qualificazione olimpica per Rio de Janeiro 2016, ma sono riuscita a tornare a vincere soprattutto nel tiro di campagna. Nel nostro sport per pochi millimetri a volte si vince o si perde, si può uscire nei primi turni o raggiungere finali e titoli importanti: si deve accettare tutto ciò trovando in sé nuove energie senza arrendersi mai». «Nel 2019 ho ottenuto l’argento agli Europei di campagna in Slovenia e quest’anno puntavo ai Mondiali (purtroppo annullati) - conclude Jessica Tomasi - non ho gareggiato in coppa del mondo e la qualificazione olimpica è lontana. Ora to garantendo la mia esperienza e aiuto ai giovani arcieri della Compagnia di Piné, una delle società italiane più titolate con ben 235 titoli tricolori in 35 anni d’attività».

 

 

Tabellone parte sinistra

Le sfide precedenti:

Davide Simoncelli vs Silvano Chesani

Pierpaolo Bresciani vs Matteo Anesi

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