Mvt - Il campione trentino di tutti i tempi Nuova sfida: Baldo vs Guarducci Votate il vostro atleta del cuore

di Daniele Battistel

Nuova sfida tra campioni del nostro sondaggio “Mvt - Il campione trentino di tutti i tempi”: oggi è tra la tamburellista Germana Baldo ed il campione di nuoto Marcello Guarducci.

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Baldo, la regina del tamburello

 In Trentino, il tamburello è praticato anche a livello femminile. Le atlete di classe non mancano, come dimostra il fatto che la nazionale italiana in dicembre a Rovereto ha vinto il campionato mondiale nella specialità indoor con tre giocatrici trentine in campo: Beatrice e Chiara Zeni e Germana Baldo. Con quest’ultima, abbiamo avuto modo di scambiare alcune riflessioni. Per prima cosa chiediamo a Germana, come è nata la sua passione per il tamburello. «Si può dire che c’è quasi da sempre, sin da piccola. Mi è stata tramandata da mio padre, giocatore e dirigente della società Aldeno negli anni 90. Ricordo con immenso piacere le sfide tra amici e parenti sui prati e nel lontano 1988-89 la prima gara con i giochi della Gioventù a Mezzolombardo. Da lì in avanti sono stata inserita nella squadra femminile di pulcini e ho intrapreso la mia carriera, prima con i settori giovanili fino ai massimi livelli agonistici».
Germana non ha idoli a cui ispirarsi. La giocatrice di Aldeno, tuttavia dovendo fare dei nomi vede i suoi idoli in due tennisti: Rafael Nadal e Roger Federer. «Di Nadal mi piace la grinta, la potenza e la determinazione, di Federer ammiro l’audacia, la correttezza, l’equilibrio e la perfezione in ogni situazione». Come tutti gli atleti di lungo corso, Germana ha avuto delle grandi soddisfazioni e anche delle delusioni. «Le soddisfazioni che mi ha dato il tamburello - ci dice l’ex giocatrice del Sabbionara - sono tante. Ogni vittoria, ogni conquista e ogni ostacolo superato sono dei successi. Ricordo in modo speciale con viva e vibrante soddisfazione il primo mondiale indoor vinto nel 2013 a Mantova a soli quattro mesi di distanza da un intervento al legamento crociato anteriore. Ho dato tutta me stessa per poter partecipare al mondiale e alla fine sono stata ripagata con una soddisfazione immensa. Ci sono state anche delle sconfitte, delle delusioni, non lo nego, ma nello sport, tutto serve per migliorarsi. Il grande dolore della mia vita, paradossalmente è stato nel 2000, dopo la mia prima convocazione in nazionale in Francia quando sono dovuta rientrare perché è venuto a mancare mio padre».
Germana parlando del suo futuro ci dice anche quali sono i suoi obiettivi per il 2020. «Quest’anno avrei dovuto iniziare una nuova sfida giocando a Segno, con delle ragazze giovani che l’anno scorso hanno vinto il campionato di serie B. Ho accettato molto volentieri la proposta che mi ha fatto la società del Segno. Dovrò cercare di dare il mio contributo affiancando in panchina il direttore tecnico Mauro Magnani per far crescere delle atlete valide di grandi qualità. Con la mia esperienza voglio dare il mio contributo per farle crescere e affrontare al meglio la serie A». Oltre al tamburello Germana ha praticato anche tennis e corsi di equitazione. Tutti ci auguriamo di vedere presto Germana e tutti gli sportivi in campo, perché questo vorrebbe dire fine del coronavirus, con tutto quello che ne sta seguendo.


Guarducci, che sfide con Mark Spitz

A metà degli anni Settanta in Italia spopolava più del suo amico Francesco Moser (e magari adesso rivaleggerebbe con il di lui figlio Ignazio). Del resto con quel fisico modellato da ore e ore di piscina e la sua faccia d’angelo Marcello Guarducci non passava inosservato, men che meno quando vestiva in alta uniforme dei suoi Carabinieri.
Le vittorie e i record fecero di lui il capostipite della grande tradizione del nuoto italiano, che fino ad allora era rimasta all’asciutto di titoli e trionfi, ma anche un personaggio ricercato dalle tv e a cui fu accostato più di un flirt importante.
Marcello Guarducci cominciò a nuotare che non andava neanche alle elementari. «La prima gara - racconta - l’ho fatta che avevo meno di 6 anni alla piscina Fogazzaro. Del resto l’acqua è un amore di famiglia: nuotavano mio papà, le mie sorelle, mia zia. Naturale venissi lanciato in vasca anch’io fin da giovanissimo».
Alla Rari Nantes capirono subito che si trattava di un fenomeno, ma la “virata” giusta alla sua carriera gliela offrì una crisi per certi versi simile a quella in cui ci troviamo immersi ora. «A causa dell’Austerity provocata dalla crisi energetica del 1973 a Trento chiusero la piscina. Così io, che ero già sotto la lente dei tecnici federali, venni chiamato a Roma al centro del Coni dell’Acquacetosa. Con me c’era anche il grande tuffatore altoatesino Klaus Dibiasi».
Quando fu il tempo venne arruolato nel gruppo sportivo dei Carabinieri dando corpo ad una carriera decisamente brillante, ma a cui mancarono almeno un paio di acuti.
«Non c’è dubbio che la mancata partecipazione alle Olimpiadi di Mosca per il boicottaggio praticato dai gruppi militari resta la mia più grande delusione sportiva». Una ferita che anche 40 anni dopo continua a bruciare: «Ci fecero attendere fino al 4 luglio dopo 4 mesi e mezzo di tira e molla per comunicarci definitivamente il no al nostro sogno. Fu traumatizzante dover rinunciare dopo aver lavorato per 4 anni con quell’obiettivo in testa. Ci illusero dicendo che come sorta di riparazione saremmo andati a fare delle gare in America e invece la cosa più frustrante fu quando il Presidente della Repubblica invitò i medagliati al Quirinale e noi rimanemmo fuori della porta. Ci venne tolta qualsiasi possibilità, addirittura levato il passaporto».
Guarducci ricorda il rammarico «per una stagione in cui ero all’apice e avrei potuto dire la mia contro avversari che avevo già battuto». «Quattro anni dopo a Los Angeles invece non ero più al top, forse anche un po’ demotivato, tanto che in quell’anno avevo iniziato anche a lavorare».
Tante, comunque, sono state le soddisfazioni. «Per primo cito senza dubbio il record europeo del 1977 a Chiavari, ma anche la grande stagione del 1979 quando, dopo un infortunio, fui secondo in Coppa del mondo e vinsi le Universiadi».


I RISULTATI DEI TABELLONI

Nella sfida di ieri fra Weiss e Lechtaler, ha vinto il campione di basket di Mezzocorona Luca Lechtaler.

  

Tabellone parte sinistra

Tabellone parte destra

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