Mvt - Il campione trentino di tutti i tempi Sedicesimi: Fondriest vs Martinelli Votate il vostro atleta del cuore

di Maurilio Barozzi

Nuova sfida tra del nostro sondaggio “Mvt - Il campione trentino di tutti i tempi”: oggi è tra il campione di ciclismo Maurizio Fondriest e il pallavolista Marco Martinelli, arrivati ai sedicesimi di finale.

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MAURIZIO FONDRIEST

Tre aggettivi per il suo sport.

Bello, libero, duro.

La soddisfazione più bella.

Non direi una vittoria in particolare: sarebbe facile citare il mondiale. Credo che per un atleta la soddisfazione più bella sia arrivare al successo dopo un periodo difficile. Per me, ad esempio, fu meraviglioso vincere il Giro di Toscana davanti a Konyshev in maglia iridata dopo, penso, 12 secondi posti.

La delusione più cocente.

Il furto che ho subìto all’Amstel Gold Race.

Il campione di tutti i tempi?

Cassius Clay. Da piccolo seguivo molto la boxe e c’erano Monzon e Clay. Poi Clay è stato anche un personaggio al di fuori dello sport.

La squadra del cuore?

Milan.

L’avversario più tosto?

Gianni Bugno era il più “odiato” a livello agonistico e invidiato per la sua potenza e la sua classe.

Il compagno a cui è più legato?

Tanti, ma Bugno è anche il compagno-avversario a cui sono più legato.

Il suo pregio migliore?

La tenacia e la capacità di non mollare mai nei momenti difficili.

Il suo difetto peggiore?

Bisognerebbe chiederlo agli altri. Credo che, soprattutto all’inizio, la mia timidezza mi abbia un po’ penalizzato. Poi, col tempo, si è attenuata.

Conta più il talento o il sacrificio?

Il talento è fondamentale ma anche i fenomeni devono poi lavorare molto per ottenere risultati. Direi che servono anche il sacrificio e, assieme, la passione. La passione è la spinta che ti permette di sacrificarti quasi senza accorgertene. Faccio un esempio: io ho avuto grossi problemi con la schiena che mi hanno condizionato la carriera. Ho dovuto lavorare duro per essere competitivo e, mettiamola così: senza il problema avrei vinto il doppio, ma senza determinazione avrei vinto la metà.

Chi deve ringraziare se è arrivato al successo?

I genitori di sicuro per la genetica. Però non posso dimenticare il lavoro di Francesco Rensi.

Allo sport trentino manca...

Il Trentino va benissimo però secondo me per crescere bisogna cercare sempre ciò che non funziona. Forse manca qualcosa a livello juniores: mancano società che devono trovare sponsor e, soprattutto, serve che la politica spinga per agevolare lo sport giovanile.

A parte il suo, lo sport preferito?

Sci alpinismo da praticare. Da guardare: il motociclismo e la pallavolo.

La paura più grande?

Nessuna: sono fatalista. Mi piace fare le cose bene e con coscienza, poi si vedrà.

Cosa le fa perdere la pazienza?

Non la perdo spesso, ma mi infastidisce l’ipocrisia.

È superstizioso?

No.

Come trascorre il tempo libero?

Praticando sport: sci d’inverno e ciclismo d’estate.

Se non vivesse in Italia, dove vorrebbe vivere?

In Spagna per il clima e per la gente.

Da piccolo sognava di...

Diventare un ciclista professionista.

Chi è per lei l’Mvt?

Francesco Moser. So che è fuori dal concorso, ma in assoluto è lui il più forte.


MARCO MARTINELLI

Tre aggettivi per il suo sport.

«Spettacolare, atletico, imprevedibile».

La soddisfazione più bella.

«La vittoria ai Mondiali del 1990 in Brasile».

La delusione più cocente.

«Non essere mai riuscito  a partecipare alle Olimpiadi. Ci andai vicino nel 1992 ma venni escluso all’ultimo assieme a Fefè De Giorgi».

Il campione di tutti i tempi?

«Michael Jordan».

La squadra del cuore?

«Inter, come Bernardi e Dalfovo, insomma tutti i pallavolisti trentini in lizza nel concorso».

L’avversario più tosto?

«Il mio è uno sport di squadra e quindi di la Santal Parma».

Il compagno a cui è più legato?

«Ora ci sentiamo poco ma direi Damiano Pippi, abbiamo giocato tanti anni assieme».  

Il suo pregio migliore?

«Faccio fatica a identificarlo, non saprei dire».

Il suo difetto peggiore?

«Ce ne sarebbe una lista lunghissima, impossibile elencarli tutti (ride). Uno dei tanti è che sono un po’ permaloso».

Conta più il talento o il sacrificio?

«Penso che per emergere debbano essere presenti entrambi. Con il talento ma senza sacrificio si ottiene poco, soltanto con il sacrificio si va poco lontano. Serve un giusto mix. Il sacrificio e l’impegno sono fondamentatli per superare i momenti di difficoltà».

Chi deve ringraziare se è arrivato al successo?

«Al di là della famiglia, i genitori e la mia compagna, qualche allenatore e dirigente che hanno notato in me alcune qualità che mi hanno permesso di raggiungere traguardi importanti».

Allo sport trentino manca...

«Fatico a rispondere perché da anni vivo a Ferrara e manco in Trentino da quando avevo 20 anni anche se naturalmente seguo con attenzione il mondo del volley. L’avvento della pallavolo e del basket ad alto livello hanno compensato la carenza di realtà di eccellenza negli sport di squadra. A livello individuale il Trentino ha invece sempre espresso buoni atleti in vari discipline:  ciclismo, sport invernali, atletica leggera...».

A parte il suo, lo sport preferito?

«Sono tre: il basket, il tennis e lo sci alpino. Se da piccoli avessi potuto scegliere, mi sarebbe piaciuto diventare un campione nella discesa libera».

La paura più grande?

«Perdere una persona cara».

Cosa le fa perdere la pazienza?

«L’ipocrisia e chi ti vuole fregare a tutti i costi».

È superstizioso?

«No».

Come trascorre il tempo libero?

«Tempo libero ne ho poco visto che lavoro a Padova e vivo a Ferrara. Quando ho tempo, mi piace praticare sport, ora a livello individuale: correre, nuotare, andare in bicicletta».

Se non vivesse in Italia, dove vorrebbe vivere?

«In Italia si sta molto bene. Se non potessi vivere su un’isola tropicale, visto che amo molto il mare e la temperatura costante, mi andrebbe benissimo anche la Sardegna e la Sicilia».

Da piccolo sognava di...

«Diventare un calciatore. Ho giocato fino ai 15 anni quando ho capito in fretta che non sarei riuscito nell’intento».  

Chi è per lei l’Mvt?

«Resto nel mio sport e allora la sua espressione massima a livello trentino è senza dubbio Lorenzo Bernardi, in grado di competere anche con mostri sacri del ciclismo quali Moser e Simoni».


IERI TEST A TESTA: PER UN VOTO VINCE MERLI

Nella sfida di ieri, un tasta a testa serrato, risolto per un solo voto: il pilota Christian Merli ha battuto per un solo voto il grande astista Renato Dionisi: 584 contro 583.

ECCO LA SITUAZIONE NEI GIRONI

 

 

Tabellone parte sinistra

Tabellone parte destra

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