Sei Nazioni: Irlanda troppo forte, Italia travolta 50-17

L'Italia guidata da Franco Smith subisce una prevista sconfitta a Dublino contro l'Irlanda, prima della classe del Sei Nazioni, nel recupero della quarta giornata del torneo sospeso lo scorso marzo a causa della pandemia. Nemmeno l'assenza totale di pubblico all'Aviva Stadium, in una capitale in pieno lockdown, evita agli azzurri di incassare 50 punti e sette mete, contro le due realizzate, per un risultato finale di 50-17 che allunga l'ormai annosa serie negativa nel torneo, che dura dal febbraio 2015. Gli irlandesi, dopo quattro giornate, rimangono in corsa per la vittoria finale, mentre la giovane Italia - con Paolo Garbisi esordiente come mediano di apertura - pur senza mai rinunciare alla lotta, deve arrendersi ad un avversario superiore in ogni fase di gioco, e capace di imporre un alto numero di turnovers. Gara subito in salita per l'Italia, che dopo essere andata in vantaggio con Garbisi dalla piazzola non riesce a sfruttare la superiorità numerica concessa dal direttore di gara per un fallo di antigioco commesso da Murray: in 15 contro 14, dopo il centro dell'esordiente numero dieci azzurro, il passivo italiano è di dieci a zero. A fare la differenza l'aggressività della difesa irlandese, capace di forzare numerosissimi cambi di possesso e di rientrare subito in possesso dell'ovale, limitando le iniziative d'attacco degli azzurri. Sette, al fischio finale, le mete concesse, quattro delle quali in un faticoso quarto finale di gara dove l'Irlanda completa un lungo lavoro di logorio ai fianchi per allungare nel punteggio e conquistare un bonus che la tiene in corsa per la vittoria finale. A illuminare il finale di gara, per l'Italia, la bella meta di Garbisi, ad impreziosire un debutto convincente per la giovane apertura veneziana della Benetton. La Nazionale rientrerà ora a Romanella notte per iniziare la preparazione al match di sabato all'Olimpico contro l'Inghilterra, test conclusivo del Torneo. Una nuova opportunità di continuare nel lavoro di costruzione di un gruppo giovane e profondamente rinnovato da Smith e dai suoi collaboratori.

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