Il Ministero Sport non c'è Malagò: "Fiducia a Draghi"

l governo del premier Mario Draghi ha prestato giuramento, ma tra dicasteri non ce quello dedicato allo Sport. Una mancanza che si nota e contro la quale si scaglia Giorgia Meloni, unica voce all'opposizione: "E' l'ennesima mortificazione di un settore già messo in ginocchio dalla pandemia" le parole della presidente di Fratelli d'Italia. Il mondo dello sport sembra invece aver incassato senza apparenti contraccolpi l'assenza, e a prevalere è un sentimento di fiduciosa attesa, dopo mesi sull'ottovolante tra i colpi del covid e i difficili rapporti tra governo, Camere e Coni. E proprio il presidente del Comitato olimpico, Giovanni Malagò, fa la sintesi: "C'è grande fiducia nel presidente Mattarella che dimostra da sempre una sensibilità fuori dal comune. Conosciamo bene la simpatia di Draghi per il nostro mondo e la sua credibilità. Non possiamo che essere contenti".

L'attesa è per la nomina - ma passerà almeno una settimana - di un sottosegretario con delega, ruolo che Vincenzo Spadafora aveva svolto con grande energia specie per lo sport di base. Restano poi aperte molte questioni, economiche - tra ristori, sostegni, contributi -, e politiche, con il decreto sull'autonomia del Coni da convertire in legge. Un intervento normativo che ha sistemato un'emergenza ma per il quale il mondo dello sport confidava in migliorie: il decreto è già scritto, anche se l'assenza del ministero toglie un po' di forza politica. Ma c'è da dire che nel nuovo esecutivo è entrato Giancarlo Giorgetti, padre della legge di riforma dello sport. Nelle federazioni comunque traspare fiducia nel progetto Draghi. Il n.1 della canoa e kayak (Fick), Luciano Buonfiglio, auspica che l'assenza di un ministero "sia un segno di riconoscimento a una maggior autonomia del Coni".

Esprime fiducia anche il presidente del taekwondo, Angelo Cito: "Non sono preoccupato. Il governo saprà trovare la delega alla persona più giusta". Apertura anche dalla Lega Serie A: "L'ultimo periodo non è stato semplice per lo sport, speriamo che la fase nuova sia di maggior collaborazione. Aspettiamo di capire a chi viene consegnata la delega e quali saranno le idee del governo", ha detto l'ad, Luigi De Siervo. Ma le critiche non mancano. "Il livello di attenzione che un Paese presta verso lo sport ne misura il grado di cultura. Mi trovo a ribadire che il Ministero dello sport deve essere una priorità in un governo moderno, a prescindere da chi ricoprirà quel ruolo - afferma il parlamentare M5S Simone Valente, uno dei promotori della legge -. Numeri alla mano, se in Italia votassero tutti coloro che praticano sport o fanno attività motoria, risulterebbero il primo partito. Un movimento fatto di milioni di persone".

Tra i dispiaciuti c'è anche Luca Lotti del Pd, ministro per lo Sport nel governo Gentiloni: "Spiace, devo ammetterlo, che non ci sia un ministero per lo Sport: spero che si lavori per un sottosegretario che possa seguire questo importante settore". Intanto, c'è anche chi si candida: "Il presidente Draghi non ha nominato il ministro allo sport perché in verità sta pensando a me...", scherza l'edicolante di Città della Pieve col quale quando si trova in Umbria il premier commenta le vicende della Roma, squadra per la quale entrambi tifano.

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