Mondiali femminili, oggi l'Italia contro la Giamaica, la squadra della figlia di Bob Marley

Con l’Australia le azzurre hanno rotto il ghiaccio del mondiale, giocando e vincendo «una partita bellissima, siamo molto contente». Oggi però c’è la Giamaica (ore 18, diretta TV su Rai Due) a Reims e «non sarà una gara facile, è una squadra molto preparata sotto il profilo atletico, corrono davvero tanto e ci daranno del filo da torcere». Alia Guagni, difensore della Fiorentina, ondeggia tra l’entusiasmo che sta accompagnando il viaggio dell’Italia in Francia e la voglia di rimanere con gli scarpini per terra. Anche perché, ammette, «non siamo abituate a tutto questo clamore, a fare interviste e conferenze stampa ogni giorno. E’ bello perché ti fa capire che il movimento sta crescendo, ma non dobbiamo mai perdere di vista ciò che più conta, il rettangolo di gioco. Era un sogno poter raggiungere questi obiettivi e stiamo realizzando quel sogno. I miei genitori? Mi hanno seguita anche qui, mi seguono ovunque e venerdì tiferanno per noi».

Va bene che, come dice la centrale difensiva Laurie Silver, «contro l’Italia dovremo giocare più concentrate rispetto al match con il Brasile, e in modo deciso. Loro sono forti, noi dovremo esserlo di più». Ma in casa della Giamaica che oggi affronta le azzurre in un match della seconda giornata dei Mondiali femminili c’è qualcosa che preoccupa più dell’impegno con le azzurre. Infatti c’è da risolvere la grana Cedella Marley.

È grazie alla figlia del re del reggae che le giamaicane sono presenti a questo torneo iridato, perchè dopo aver ottenuto la qualificazione nelle casse federali non c’era un soldo per le ragazze, problema del resto non nuovo visto che la nazionale femminile in passato era già stata sciolta due volte.

Ma dopo che si è riformata è arrivata un’inaspettata qualificazione e allora si è posto il problema di come andare in Francia. Il rebus è stato risolto dalla Marley, già al seguito della Giamaica alle Olimpiadi di Londra 2012 quando disegnò (lei che è stilista) le divise per la cerimonia di apertura, che con una raccolta fondi ha finanziato la spedizione in Francia delle «reggae girlz».

Ora però vorrebbe stare insieme alla squadra, ma c’è il problema che non ha un accredito Fifa quindi non può far parte del gruppo e nemmeno viene le viene permesso avvicinarsi all’albergo della squadra. La cosa ha messo in imbarazzo i dirigenti giamaicani che in queste ore si sono prodigati in mille modi per permettere a Cedella di stare con la squadra.

«Siamo mortificati per questo spiacevole inconveniente - dice il presidente della federazione giamaicana Michael Ricketts - ma ora ci siamo attivati tramite anche il nostro ministro dello sport e il comitato olimpico. Pensavamo che i Marley volessero stare per conto loro, ma se non è così speriamo di rimediare agli errori fatti. Così Cedella, e la sua vicinanza, saranno le nostre armi segrete per cercare di battere l’Italia». Ovviamente a ritmo di reggae.

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